giovedì 15 aprile 2010

tentacoli

il limitante sonno mi porta orizzontale nella notte senza luna senza amore e mi abbandono privo d'ogni concezione di punteggiatura decido rompo schemi ahah dipingo uomini stilizzati con grandi interrogativi penso a soggetti impegnativi reali o surreali senza capo coda naso tocco le vibranti corde annuso l'aria primavera ti colga che di flebile saluto su labbra indecise non so come morire m'angoscio di una sana dubbiosa realtà eppure voglio attrarre fortuna demoni e balletti al cospetto di me re campione senza infamia e senza laurea con la lode mi accingo a divenire nuovamente serpente mutante cangiante di questa mala vita amante un punto.

giovedì 8 aprile 2010

la tenaglia

A volte sono un pozzo di parole.
Una spugna di frasi.
Pesante, piena di concetti, immagini.
Talvolta sono arido come un deserto,

oggi il deserto

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Ambarabà ciccì coccò
i miei pensieri a chi li do?

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Così si rese conto che non era più possibile andare avanti così, riempì la sua valigia, diede un abbraccio ai suoi cari, aprì la porta di casa e sparì.
Gli anni passarono senza una sua notizia, tutto cambiò, niente rimase com'era, come d'altronde accade in ogni luogo e in ogni storia.
Un giorno mentre i due vecchi abitanti della casa stavano cercando di sintonizzare il digitale terrestre che non funzionava, sentirono infilare una chiave nella serratura della porta e videro entrare un giovanotto praticamente identico al loro figlioletto andato via tanti anni fa.
La madre dapprima stupita, poi terrorizzata si accorse che era proprio lui, lo stesso figlio che aveva visto chiudere la porta e sparire per tanti anni, era lì davanti a lei, senza un minuto di vecchiaia sul corpo.
Il ragazzo prese una scatolina in cima alla libreria, e disse: "avevo dimenticato questa!" e uscì di casa con un sorriso.

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1- "Ma veramente dici che non si può far più nulla?"
2 - "E che cazzo vuoi fare? Non lo vedi che è morto! Quando ti ho detto di colpirlo alla testa non intendevo di fracassargli il dannato cranio!
3 - "Dobbiamo farlo sparire."
2 - "Certo genio, e come facciamo lo buttiamo nel Tevere?"
3 - "No, nel Tevere torna a galla, lo dobbiamo seppellire."
1 - "Come seppellire?"
2 - "Hai presente le fosse? I cimiteri? Le dannate tombe?"
1 - "Io devo vomitare!"
3 - "Quando hai finito rimedia una pala..."

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Fu così che tutti vissero dannatamente felici e contenti.
Poi morirono comunque di cancro.



N-A-T-U-R-a-L-d-E-M-E-N-T-I-A