domenica 23 dicembre 2007

Una foglia è verde in primavera.
Gode dell'estate, poi, d'autunno secca, muore.
D'inverno resta chiusa in se stessa,
aspettando di germogliare nuovamente.
C'è una stagione per ogni momento,
c'è un ciclo per ogni movimento.
Coincidono preludio ed epilogo.
L'eterno mutare delle cose,
richiede un ordine superiore.
Ciclicamente an'chesso cambia.

mercoledì 19 dicembre 2007

- Mi dicesti: "Non ho mai assaggiato la birra scura."
Il fumo uccide, sui pacchetti di mezzo mondo.
Coesisto con l'altro me, esce fuori di tanto in tanto e uccide...
Ci sono due correnti, esatte, uguali e contrapposte, descrivono un momento rotatorio e discontinuo, nella sfera di ciò che riesco a percepire, fraintendimenti, interferenze, percezioni momentanee di attimi che non saranno.
- Mi chiedesti: "D'inverno, non faceva così freddo, quando ero a Mosca!"
Il vento che bussa alla mia porta. Il ricordo di memorie che spariscono in un soffio.
Ricci di fumo densi archeggiano danzanti nell'oblio nudo del buio della stanza.
Spiccioli i miei pensieri sbandano, ancheggiano e sfiorano il livido confine dell'ambiguità.
- Ti risposi: "Non dirò mai più ti amo, mai più in vita mia."
Scottano i desideri dentro, se non escono, bruciano e ledono, straziano, cuociono la carne. Dolgono ferite interne vivide, segni di intenzioni mai placate, di seti mai bagnate, di lenzuola intatte, che nei sogni poi divengon stropicciate.
Luci di Natale, freddo invernale, disagio sociale.
Alibi di massa, quest'amore impacchettato. Un respiro ritrovato, a pretesto, in questo macero contesto di urbana ipocrisia.
- Ti chiesi sempre: "Resta con me, mi fa paura il tuo fuggire, mi rende schiavo di un'attesa senza fine."
Cenere sbriciolata, lucido illuminato, giallo acido. Luci complicate, drappi colorati di pensieri figurati a macerare nell'immaginazione.
Ciò che è reale è pura immaginazione.
Ciò che è reale è frutto di una percezione.
Ciò che è reale è una mera convenzione.


(Natural Dementia)
#RK#

sabato 8 dicembre 2007

Bentornato alle mie rive

Solo sul porto.
Foschia densa.
Nave che mi liberi dove sei?
Sono naufrago di questa terra deserta.
Vedo le navi all'orizzonte.
Nessuna che attracca al mio porto.
E' un porto buio, senza faro.
Senza luce.
Un veliero nero procede lento.
Il suo Jolly Roger parla chiaro:
Pirati!
Venite al mio porto,
portatemi via,
fatemi giungere a Tortuga,
e fatemi trovare un amico e una bottiglia,
che mi dica:
bentornato alle mie rive, compagno di una vita.
Lo saluterò con un inchino,
gli offrirò da bere,
brinderemo alla salute e alla sventura.
Leveremo il boccale argenteo,
alla luce di una luna sempre accesa.
Leveremo i nostri sospiri,
le nostre cicatrici parleranno senza idioma.
Mi guarderò in un libro antico,
prima di assopire il mio dolore,
sognandoti ancor tra le mie braccia.
Addio mio porto,
torno alle mie rive.

#RK#