giovedì 16 dicembre 2010

il sabato del misfatto

mi ha distrutto una notte di Elettricità.
rimasto a guardarmi senza intelletto,
d'istinto ho peccato senza pietà,
per l'anima mia già ferita nel petto.

e giorni trascorsi in silenzio,
amare, magnifiche labbra,
distraggono il mio mutamento,
disfando un castello di sabbia.

quest'arte di non pensare,
di cogliere ogni momento,
appare e scompare poi esce
in momenti che neanche m'avverto.

e mentre il dolore sottile
di gioie impetuose e finite decade,
l'approccio mio divien mite,
le rabbie: sopite, imbonite.

cercatemi sempre qui dentro,
nel mondo mio strambo e cruento,
cercatemi quando son lento,
togliete all'istinto ogni stento.

non resta che un passo in avanti,
risvegli i miei stati assenti,
gli stenti e le mani stagnanti,
attendono sguardi e consensi.

giovedì 18 novembre 2010

mesi di panico e follia, a ritrovar la gloria

poesia.
metropolitane piene e vuote di persone.
la notte, la notte, mi scuote,
l'alcol, la droga, la musica,
l'amore, la brama, la gelosia.
ventate di passione, represse,
candide, sordide donne, delirio!
la pace, oh eterna amarezza,
non venga a bussar alla porta di chi ama davvero.
la pace, tremendo perdono del sogno,
inconscio valore che trovo nel canto del vento,
nell'ombra di un albero,
nel fruscìo del ruscello.
natura, raccoglimi, spiriti, prendetemi.
su ali di carta imbrattata d'inchiostro
consolo la mente che passa in rassegna
deluse speranze già morte nel loro
amaro, disperato, concepimento.
e l'arte mia amica consola ferite,
ché carezze implorate non giungono,
dichiaro l'assenza di intenti.
confesso la mia povertà,
di uomo costretto a vagare nel mondo,
sicuro e non troppo che amore e virtù
fanno di questo pianeta distorto
un posto migliore.

sabato 24 luglio 2010

freebird

quando la luna comincia a danzare,
e le lucciole, tante, a brillare,
la mente ritorna distesa
distratta
sospesa
nel campo di grano vicino alla casa
nel piccolo borgo che vede la spiaggia
le onde lontane che sembrano ferme
io ricordo parole

la notte che porta immensi orizzonti
mi vede a beffare mondane riunioni
di festa e di foto
e di imitazioni

la vita la vita la vita
che dico
la vita con rime disfatte
sparita
inseguita
smarrita

l'allegro ritorna.
il distratto, colto sul fatto
l'ha preso l'ha spinto e gli ha detto:
mai dare all'amore le vecchie agonie,
mai consegnarli la rabbia.

e il desiderio si veste di nuovo,
la nuova acqua che sgorga,
è una fonte, nota e sepolta.


rk's natural dementia

lunedì 10 maggio 2010

serrande chiuse

serrande chiuse, e la luce tutta fuori.
solo luce artificiale.
solo luce elettro-domestica.
anche in pieno giorno.
è mezzogiorno con la lampada accesa.
la metro, fra poco m'inghiotte.
luce artificiale
luce finta.

in pieno giorno, scorgo i chiaroscuri della notte
fantastico di trovare animali e amici nelle pieghe del buio
immagino di regni nascosti tra le intercapedini polverose
e folle di pulviscolo festante danzano all'interno dei raggi di sole

i dolori del corpo si fanno sentire sempre più con insistenza
qualcuno ha distrutto il lavoro che dicevo ben fatto
dipingo l'astratto, che esiste soltanto dentro me
e m'addormento con parole incastrate che non so slucchettare

la notte m'avvolge e il mattino quando arriva sa di penitenza
la sveglia la mattina disturba ed assorda col suo canto
poi di notte il giaciglio mi vuole coccolare ma resisto
fin quando le palpebre esauste non s'arrendono e si chiudono

la luce del giorno...

giovedì 15 aprile 2010

tentacoli

il limitante sonno mi porta orizzontale nella notte senza luna senza amore e mi abbandono privo d'ogni concezione di punteggiatura decido rompo schemi ahah dipingo uomini stilizzati con grandi interrogativi penso a soggetti impegnativi reali o surreali senza capo coda naso tocco le vibranti corde annuso l'aria primavera ti colga che di flebile saluto su labbra indecise non so come morire m'angoscio di una sana dubbiosa realtà eppure voglio attrarre fortuna demoni e balletti al cospetto di me re campione senza infamia e senza laurea con la lode mi accingo a divenire nuovamente serpente mutante cangiante di questa mala vita amante un punto.

giovedì 8 aprile 2010

la tenaglia

A volte sono un pozzo di parole.
Una spugna di frasi.
Pesante, piena di concetti, immagini.
Talvolta sono arido come un deserto,

oggi il deserto

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Ambarabà ciccì coccò
i miei pensieri a chi li do?

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Così si rese conto che non era più possibile andare avanti così, riempì la sua valigia, diede un abbraccio ai suoi cari, aprì la porta di casa e sparì.
Gli anni passarono senza una sua notizia, tutto cambiò, niente rimase com'era, come d'altronde accade in ogni luogo e in ogni storia.
Un giorno mentre i due vecchi abitanti della casa stavano cercando di sintonizzare il digitale terrestre che non funzionava, sentirono infilare una chiave nella serratura della porta e videro entrare un giovanotto praticamente identico al loro figlioletto andato via tanti anni fa.
La madre dapprima stupita, poi terrorizzata si accorse che era proprio lui, lo stesso figlio che aveva visto chiudere la porta e sparire per tanti anni, era lì davanti a lei, senza un minuto di vecchiaia sul corpo.
Il ragazzo prese una scatolina in cima alla libreria, e disse: "avevo dimenticato questa!" e uscì di casa con un sorriso.

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1- "Ma veramente dici che non si può far più nulla?"
2 - "E che cazzo vuoi fare? Non lo vedi che è morto! Quando ti ho detto di colpirlo alla testa non intendevo di fracassargli il dannato cranio!
3 - "Dobbiamo farlo sparire."
2 - "Certo genio, e come facciamo lo buttiamo nel Tevere?"
3 - "No, nel Tevere torna a galla, lo dobbiamo seppellire."
1 - "Come seppellire?"
2 - "Hai presente le fosse? I cimiteri? Le dannate tombe?"
1 - "Io devo vomitare!"
3 - "Quando hai finito rimedia una pala..."

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Fu così che tutti vissero dannatamente felici e contenti.
Poi morirono comunque di cancro.



N-A-T-U-R-a-L-d-E-M-E-N-T-I-A

martedì 23 marzo 2010

morire un po'

disegni di parole.
A E I O U
colori.
luci.
suoni.
sssssssssss freddo.
gli occhi bruciano.
il corpo è stanco.
l'anima inquieta.
fare fare fare fare fare fare fare fare fare!
pur di non pensare.
pur di non pensarci.
pur di non pensarti.

stare bene.
stare male.
lavorare.
programmare.
montare, smontare.

aiutare.

sfruttare.

imbrogliare.

annegare.

se soffoco è perché c'è una spira
che si contorce al mio collo

odore di colore odore di pittura
il giallo, il verde e il rosso

dipingo a più non posso

e ad ogni pennellata un pensiero se ne va
ad ogni pennellata un ricordo se ne va
per non soffrire fermo mai mi tocca stare
dannato a correr dietro le passioni
per non perire immobile

camminare camminare camminare
il sangue dalle orecchie per la musica
un volume senza pari
voglio che ogni essere vivente senta quello che io provo
rabbia orgoglio distruzione
umiltà gratitudine passione!

PASSIONE PASSIONE!
io ti voglio sconosciuta condizione
non poter far men di una carezza

meccanismi che vi nascondete
bastardi
ingranaggi di lamiere e ruote dentate
acchiappate nelle cesellature della vostra indistruttibilità
ogni brandello di carne povera
ogni arto

e mescolati e maciullati diveniamo
uguali ad altri che avete già inglobati
una massa informe di bacini e cioccolata
una melma insanguinata di coccole
una putrida puzza d'amore

sono guarito da questa malattia
debilitato dalla degenza
mi sono liberato del virus
del parassita

ha vinto lui
e io muoio un po' così

lunedì 8 febbraio 2010

rivincita

vita, smarrita.
mia vita.
mi stai addosso come un morbo, mi appesti.
vita, sei fardello, sei impegno.
vorrei viverti per non dartela mai vinta, vita.
vorrei dartene tante da farti piangere vita,
e farti dire in ultimo "hai vinto te".
accetto la sfida vita. accetto la sfida!
e vedrai che non sarò quello di prima,
e vedrai che avrai da darmi ciò che nella
via smarrita cercavo e scappava dalle dita.
vita vincerò, te lo prometto, e se promessa
non t'aggrada io te lo minaccio! vita,
non mi sfuggirai, e se sarai ostile,
alle caviglie io ti prenderò e cadendo,
ti farò rimpianger di non avermi dato il giusto.
e me lo prenderò!