sabato 23 settembre 2006

la musica...

Mentre ascoltavo il "Piano Concerto 9" di Mozart, e mentre scuotevo a tempo la testa mi sono ritrovato a sorridere. C'è qualcosa di inspiegabilmente meraviglioso in quelle note, che a scanso della tecnica sublime hanno un non so che di perfetto e impalpabile, irraggiungibile che mi fa stare bene, come se guardassi negli occhi Dio.
La musica è viva...

domenica 17 settembre 2006

Una domenica - Equilibrio.

Ho finito adesso di vedere "V" per Vendetta, mi siedo davanti al monitor conuna tazza di camomilla. Mi prendo due pasticche di valeriana per dormire, e mi accendo una sigaretta.
Questo è decisamente un periodo no. Però stanotte la mia mente ha elaborato alcuni meravigliosi pensieri tra i quali la differenza tra il pugilato e le arti marziali, tra la musica derivante dal ceppo latino a quello anglosassone, e varie questioni umane che avrò modo, tempo di esporre su questo blog, che di tanto in tanto con mio sommo piacere viene visitato.
Quando mi sono barcamenato in questa impresa, non credevo che sarei arrivato a cotal numero di post pubblicati. Ero però partito con l'idea di affrontare su questo piccolo angolo di "infernet" temi che scaturivano in me dei pensieri, così da poter comunicare le mie idee, e poterle condividere con chi incappando da queste parti avesse la (s)fortuna di leggerle.
Oggidì non è proprio quello che è accaduto, poichè sfrutto questo spazio come sfogo personale per le mie emozioni giornaliere.
La sigaretta è finita, e per quanto riguarda il sonno, non arriva, non arriva mai. La testa è sempre lì a pensare, a rimuginare, a chiedermi cosa, se, quando, dove e perchè!
Da dove arriva tutta questa curiosità? La mia volontà nel capire, differenziare, la voglia di apprendere, ciò che questo velo di apparenza che avverto su ogni cosa cela.
C'è qualcosa sotto, un piano, un disegno, un itinerario che lega tutto in un inesorabile catena di eventi. Come le tessere di un domino, cadono una spinta dall'altra, azione e reazione, uguale e contraria, dove la stasi non è contemplata. Perchè? L'equilibrio non è raggiungibile? L'equilibrio è sempre così tanto precario, così dondolante su un baratro.
Giungo alla conclusione che l'equilibrio è uno stato soggettivo. Ogni individuo viaggia su un proprio filo e trova a modo suo un equilibrio che lo scampa dal cadere nel baratro. Come creare una rete? Come creare un equilibrio collettivo? Impossibile. La connettività non è contemplata in un immaginario così individualistico.
Pessimista, sì, lo so, lo sono e mi piace, grazie al mio pessimismo riesco a non sprofondare nell'illusione dell'apparenza benevola di un esito positivo.
Rileggo le mie righe, ci credo e vedo poco futuro. Probabilmente col cambiare del tempo, col cambiare del vento e delle stagioni della vita, cambierò prospettive, più luminoso o più cupo non lo so, e non mi preme saperlo. Adesso, è un presente che riflette continuamente se stesso. Dietro c'è solo stasi, e la stasi non è l'equilibrio.

Scusate, il pessimo umore.

martedì 12 settembre 2006

Nodi in gola...

Cercavo qualcosa, in questa giornata.
Non l'ho trovato.
Ho visto una donna piangere, che camminava furiosa sul ciglio della strada.
Ora sono a casa, con un nodo in gola.

Mi piace la vita, dopotutto.

domenica 10 settembre 2006

La notte bianca...

Ebbene sì. Dopo l'anno scorso, recluso in casa a guardare la tv... (un documentario sui camaleonti n.d.r.) quest'anno mi sono buttato di testa nella vita notturna della città pulsante. Il mio spirito sempre contestatore ne avrebbe di cose da contestare, ma preferisco incentrarmi su quanto di bello c'è stato.
Camminare, innanzi tutto... Durante questa notte ho camminato.
Ci siamo mossi molto tardi, per un po' di ritardi contingenti, quando si è in tanti i tempi si dilatano, mi meraviglio che ancora ci siano persone che se ne stupiscono. Quindi anche la notte bianca delle attese, ma va bene così.
Arrivo a Laurentina alle 22:25, le prime "companeros" si presentano alle 22:45. In quei venti minuti di solitudine - si fa per dire ero circondato da persone, ragazzetti che si incontravano, coppiette, un signore un po' alticcio che ogni due minuti passava e sorrideva insomma solo ma non proprio - mi sono ascoltato a gran volume alcune canzoni dal mio Mp3. Portarmi il lettore in questa notte, è stata una bella mossa devo riconoscerlo, bella mossa anche la felpa, che ho messo quando faceva freddo e che ho tolto all'alba, quando non serviva più.
Prime vicissitudini alla metropolitana a Laurentina. Alcuni ragazzi, che definirò "apprezzatori estremi della professione del bevitore" avevano avuto, in un impeto di protesta a causa dei treni che tardavano a passare, la folgorante, malsana, tanto geniale idea di occupare i binari del metrò, e passeggiarvi allegramente. Poi, venimmo a sapere che mezz'ora dopo la nostra rinuncia al mezzo su rotaia, prediligendo l'autobus, la metropolitana venne ripristinata. In tutto questo, arriviamo col 30 presso la stazione ostiense, da lì, l'idea di prendere un autobus che ci portasse al centro, ma no, l'autobus era da pivelli, noi abbiamo optato per le scarpe. Ignari che a fine nottata quella decisione si sarebbe ritorta con veemenza sui nostri piedi.
Quindi, prima tappa della via crucis: STAZIONE OSTIENSE - CAMPIDOGLIO.
Camminare mi è piaciuto, abbiamo visto gente, abbiamo chiacchierato molto, ci siamo fatti due risate, quella, a dispetto della meta che stavamo per visitare, era già la notte bianca. Arriviamo al Campidoglio, gremito di persone, riusciamo ad ascoltare venti minuti di spettacolo di Gigi Proietti, che tralaltro conoscevo a memoria, ma va bene così. Pausa gradini, per riposare un po', sigaretta, un goccio di birra, e si riparte.
Seconda tappa: CAMPIDOGLIO - STAZIONE TERMINI.
Lì, a ballicchiare ritmi spagnoli con limoncello e zia al seguito, ci aspettava l'altra metà della ciurma, accessoriati da qualcosa che cominciava ad essere di graditissimo e indispensabile utilizzo: delle sedie! Balliamo un po' di ska, e un po' di ritmi latini, il gruppo che suona è spagnolo, e sono bravi, passiamo forse quaranta minuti lì a cazzeggiare, quando alle 03:30 circa, si decide di arrivare al prossimo waypoint. Passiamo per Via Nazionale, e lì con la musica nelle orecchie mi sento leggero e indistruttibile. Sono in un guscio armonico che mi avvolge, le cuffie e Beck rendono impossibile la vita al rumore che viene dalla strada, così vedo le immagini di una città che imperversa ovunque con irruenza, goliardia, risate, tristezza, come in un film. Colonna sonora, la mia musica.
Terza tappa: STAZIONE TERMINI - CAMPO DE' FIORI.
A campo il panorama che avevo lasciato dal vittoriano in poi era cambiato, data l'ora tarda, si cominciavano a vedere scene di gente che pisciava ovunque e che giaceva stordita nel suo vomito. Nulla mi turba però, guardo a questi eventi con una tale sufficienza, quasi uno sguardo da inevitabile conseguenza. Alcuni membri della ciurma a Campo vacillano, Silvia e Claudia appoggiano la testa ovunque, e ovunque si addormentano, Giorgio ha lo sguardo assente. Il resto dell'equipaggio è ancora attivo.
Quarta tappa: CAMPO DE' FIORI - PINCIO.
Questa è stata la tappa più massacrante, senza un motivo apparente, forse per effetti ritardati dello ska di termini, il mio piede destro comincia a farsi dolorante. Troviamo una soluzione, mentre Vinicio Capossela comincia il suo concerto - alle 6:00 - noi, pochi superstiti cadiamo su noi stessi accasciandoci sul selciato, che sarà la nostra locazione fino alla fine dell'avventura.
Quinta e ultima tappa: PINCIO - CASA.
Zoppico fino alla metro "Spagna", prendiamo un claustrofobico ascensore, io sempre con un po' di rock nelle orecchie, e intontito dal sonno, e da altro, impongo il mio zaino sul piccolo corpo di una ragazza che è dietro di me in ascensore. "La discesa dura poco, soffrirai per poco ragazza!"
La traversata del tunnel che porta ai treni è come correre verso una meta bellissima, la notte è stata piacevole, ma adesso tutti abbiamo bisogno del nostro letto. La parola "letto" è quella che ho sentito dire più volte nell'ultima ora della nostra aventura notturna.
Mentre eravamo al Pincio il sole ha avuto la meglio sui lampioni che si sono spenti, proprio mentre mi stropicciavo gli occhi, quindi prima di chiuderli era ancora notte, quando li riaprii era l'alba. Quell'aria fresca e quella luce mi ricordarono le albe passate, che si somigliavano tutte. Quel senso di stanchezza, di stordimento, gli occhi stanchi, gonfi, le membra che fanno male, ad un tratto capisco che la notte bianca è crudele, un'acerrima tortura. A Giulio mentre siamo sulla metropolitana confesso: "Quanti modi ci sono per distruggersi...". Penso: "Alle nove sono ventiquattro ore che sono sveglio." Alle Nove torno a casa, mi aspetta un bel letto comodo. Mi faccio una doccia meravigliosa, e dormo finalmente. I miei piedi ringraziano.

Bella nottata, fra un anno vedremo...

venerdì 8 settembre 2006

Sarò cattivo?

Mi sono chiesto, davanti al telegiornale, mentre seguivo la vicenda della povera ragazza austriaca segregata per 8 anni (poveraccia, niente da eccepire), a che serve tanto rumore? Perchè da dieci giorni devo costantemente conoscere la situazione di quella povera ragazza, che non ha esitato un attimo a far lacrimare vistosamente gli occhioni di fronte alla telecamera di una televisione tedesca. Mi è venuto da chiedermi chi fosse il mostro tra il rapitore e la rapita. La ragazzina ha già capito le meccaniche, per passare da vittima a celebrità. Sul TG2 di oggi ho sentito per la prima volta una spiegazione seria. Probabilmente la ragazzina è stata abituata a guardare solo televisione, di conseguenza l'unico linguaggio che conosce è quello televisivo. Infatti la sua intervista era manierata e recitata ad arte. Che la piccola reclusa abbia imparato dalla televisione le regole del successo. Sono cattivo, lo ammetto, stasera un po' di più perchè tramite un sito di oroscopi online ho scoperto che nella mia vita precedente fui un malvagio sacerdote di qualche setta, probabilmente molto potente e molto spietato. Mi viene da ridere, lo so che sembra ridicolo, ma mentre leggevo quelle righe, chiamala influenza mediale, chiamala suggestione, un po' mi sono compiaciuto delle mie passate incarnazioni, e sento dentro che conservo una piccola parte malvagia. Che poi a dispetto della logica, qualche giorno fa mi chiedevo, in una delle mie riflessioni sul mio essere, di che pasta fossi fatto. Forse, io sono malvagio... e qui ci starebbe bene una risata da cattivone stile film hollywoodiano di successo che sbanca al botteghino ma che no piace ai critici. Ma poi mi sono accorto che la veste del malvagio non mi si addice... non lo so, essere cattivi è così semplice, odiare è così facile. Odiare è da ignoranti, perchè chi non capisce odia a priori. Essere buoni è difficilissimo, per me lo è... allora è vero, se per me è difficile essere buono vuol dire che dentro sono un essere malvagio!

P.S. ...da bambino torturavo le lucertole...

martedì 5 settembre 2006

Ancora Salento???

Domenica 13 Agosto...
Si comincia a pieno con la vita salentina.
Le ore di sonno sono un optional al quale mi sottraggo senza troppa fatica. Scopro dai primi giorni che la nostra casa sarà un porto, un approdo per continue scorrerie di altri pirati, un po' mi faccio rordere il mio culone, ma in fin dei conti, anche se io non l'avrei mai fatto li capisco, li biasimo, ma "non me ne frega un cazzo".

Si ripete l'esperienza dell'alba, stavolta a S.Foca, in spiaggia, malgrado non fossi in grado di capire cosa succedesse intorno a me, di punto in bianco riuscivo a vedere in faccia le persone che avevo intorno. Erano tanti, e tutti completamente fomentati dalla musica.

Fino ad due ore prima ero stato sulla riva, dove la sabbia era abbastanza compatta da poterci disegnare. Con Giulio abbiamo disegnato qulasiasi cosa sulla sabbia, tra cui l'urlo di Munch, (che è venuto piuttosto bene) e l'itinerario folle che hanno percorso per arrivare in macchina dalla costiera amalfitana.

Lunedì 14 Agosto...
Ma che giorno è oggi??? Questo è quello che mi sono domandato mentre mi lanciavo dalla scogliera della spiaggia "la poesia" che a mio avviso di poetico non ha molto, piuttosto somiglia ad un acquapark. E' stata una di quelle giornate perfette. Oltre ai tuffi, era l'atmosfera che sapeva di vacanza, profumava di bello, anche se sono stato completamente stupido per tutta la mattina, per gli stravizi della nottata appena passata. La mattinata tralatro trascorsa con tre giovani pulzelle... cosa potevo chiedere di più?

Martedì 15 Agosto...
Da qui comincio a non ricordare nulla della vacanza, dato lo stato confusionale. So solo che mi sono svegliato, a malapena, capendo che era Ferragosto. Sinceramente non ci feci molto caso, ero già in vacanza cosa poteva cambiare un giorno di festa in più?? Per me che nella vita sono tutti giorni di festa...
Comunque mi pare che Martedì abbiamo camminato moltissimo per arrivare alla spiaggia, che poi era un'altra scogliera. Mare, pallone, sole, risate, parole crociate! Ho fatto più cruciverba in quella settimana che in tutto l'anno. Un mare eccezionale, nuotate liberatorie, ampie bracciate, mentre mi perdevo in un blu da sogno, un blu avvolgente, prendevo grandi boccate d'aria e la vita mi scorreva dentro, senza neanche un problema, senza una preoccupazione. L'unica preoccupazione era che mi ero dimenticato le ciabatte in macchina, ma alla fine, "non me ne fregava un cazzo"!!!

Mercoledì 16 Agosto...
Credo sia stato quel giorno che Giorgio si è sfranto sul boccione di vino vuoto. Fatto sta che io ero tornato a casa prima quella sera, il troppo reggae mi stava rendendo rasta tutti i neuroni. Rientrano mentre io ero al letto. Solo soletto, nella stanza senza neanche una finestra, col caldo che faceva, con la televisione che non funzionava. (Capirò a fine vacanza che la televisione rotta era l'elettrodomestico più utile di tutti).
Irrompono dentro casa, con Giorgio che ride e si lamenta, Giulio lo prende irrimediabilmente in giro... come si fa??? Come si fa?????
La mattina seguente spalmo la cremina e rifaccio la benduccia al povero Giorgio, la mia diagnosi: "Gio' secondo me è rotta, e troppo gonfia!"
La diagnosi del pronto soccorso: "Non è niente, ghiaccio e riposo."
Mi piacciono le cose drastiche... che ci posso fare?
Al concerto di Battiato credevo che uno fosse caduto da un'impalcatura, invece era solo svenuto. Sono un catastrofista, mi piace così.

Giovedì 17 Agosto...
Si sente già aria di ritorno, nella ciurma qualcuno dice: "Ma oggi è già giovedì?".
Eh già, una settimana non basta a nessuno. Nel frattempo nei giorni passati l'allegra brigata di abusivi ha dormito nel nostro cortile, piazzando tende. La padrona di casa era venuta quel giorno a controllare. (Ma che cazzo voleva la vecchia megera??????)
Piazzata napoletana finita in una stretta di mano e tanti sorrisi, dato che eravamo affittuari ma senza contratto, vieni ancora vecchia befana, che ti mando la finanza!!! A fine vacanza lo scemo dell'agenzia si è permesso di dire che avevamo fatto pagare l'allegra brigata per piazzare le tende. NONOSTANTE TUTTO, l'allegra brigata è stata nostra graditissima ospite, mai ci saremmo sognati di chiedergli un euro. (Io, parlando con sincerità, due euro a testa me li sarei fatti dare... )

La sagra della polpetta, è stata divertente, che poi si è trasformata nella sagra del sedano intinto nel vinaccio da due soldi che davano gratis. C'erano dei ragazzini che ballavano la pizzica. Una di loro, avrà avuto otto, nove anni, pareva tarantolata davvero. Era un fenomeno.
Le polpettine di maiale erano la cosa più grassa e intrisa di olio che avessi mai mangiato, ma buone, sinceramente buone. Il mio fegato dopo ha fatto le valigie, ma buone!!!

...continua...

domenica 3 settembre 2006

Mancanze

Se mi ritrovo solo, alle tre di notte a vedere un film, e a piangere come un disperato, perchè sento dentro tutto quel dolore che quel film voleva trasmettermi, e poi il giorno dopo mi vedo cantare come un pazzo alla guida della mia auto. Se mi sento morire dentro, se sento dei vuoti incolmabili, e delle speranze ormai affidate a un nulla che non arriva più. Se mi sento tanto povero, perchè non ho più neanche un briciolo di amore e di passione nelle vene, mi sento morto, alla deriva di un mare che non mi vuole più contenere, o del quale mi rifiuto di far parte, perchè galleggiare in questo mare mi disgusta. Se vedo che non riesco più a dire "ti amo", perchè lo so che alla fine non è più vero, non riesco ad amare neanche più me stesso. E' la vita che mi ha prosciugato, e io gliel'ho lascaito fare senza contestare, fino all'ultima briciola della mia dignità. Se non riesco più a divertirmi, non riesco più a trovare uno scopo, neanche quando sono circondato da persone che mi vogliono bene, se metto in discussione anche il loro bene, allora è vero, sto morendo di un male invisibile che mi avvolge, e nel quale io mi nascondo continuamente. Niente più scuse per me, niente più paraventi, è ora che cadano i veli. Vorrei innamorarmi di nuovo, consumarmi d'amore, in stupide notti passate a pensarla, e ardere di passione, bollire al solo vederla o sfiorarla.
Cambierà, vedrai che cambierà...
Intanto la primavera, tarda ad arrivare...