mercoledì 27 dicembre 2006

Fare i conti coi cambiamenti impercettibili

E' un 27 Dicembre che segna la fine delle feste.
Fra poche ore mi sveglio per andare a lavorare.
Fra poche ore avrò un po' di cose da fare.
E' un 27 Dicembre che è stato preceduto quattro giorni passati in fretta.
Avrei voluto fare più cose.
Ma sono soddisfatto di quello che ho fatto.
Ancora una volta mi sono meravigliato della mia famiglia.
In bene e in male.
Apprezzo i miei genitori.
Apprezzo sopratutto i miei cugini.
Apprezzo gli anziani, che sono rincoglioniti, ma hanno ancora quella forza...
Mi rammarico per alcune cose:
Dover comunque vivere due natali per due famiglie.
Dover fare i conti con i tempi sempre stretti.
Notare che i vecchi sono sempre più vecchi, ed avere la paura che l'anno prossimo mancherà qualcuno.
Non aver passato abbastanza tempo con papà.
Mi rallegro per moltissime altre:
La Reggae messa la notte di Natale.
Vedere mio cugino e mio zio di 80 anni ballare le radici nel cemento e giuliano palma.
Sentire l'applauso di 25 persone che hanno mangiato quello che ho cucinato.
Ricevere una sciarpa coloratissima e bellissima.
Ubriacarmi coi miei cugini, rubando le bottiglie dal balcone scoprendo che proprio mia sorella le stappava dietro all'armadio.
Notare che nonostante gli attriti siamo una bella famiglia.
Costatare che sono tutti dei rompicoglioni, ma sono buoni, veramente.
Notare che gli occhi azzurri di mio zio, sono ancora azzurri, nonostante tutto.
Aver fatto un centinaio di foto con i parenti, nelle quali porto una sciarpa e gli occhiali a goccia viola. (In casa)
Aver passato tre ore al telefono, a cavallo tra Natale e Santo Stefano, con una persona importante.
Aver mangiato tanto, ma non troppo.
Aver bevuto, decisamente oltre la norma.
Avere un pacchetto di camel dimenticato da qualcuno a portata di mano.
Avere schiere di persone belle alle quali pensare quando mi chiudo nelle ragnatele dei pensieri di solitudine.
Trovare tantissimo conforto nelle belle cose della vita.
Sapere che domani sarà un giorno sempre più bello. Nonostante tutto.

Sto in fase presa a bene, peccato non avere qualcuno da stringere forte per fargli sentire quanto ho da dare. Ma ci sarà un tempo anche per quello.

lunedì 18 dicembre 2006

da: Il buono , il brutto e il cattivo"

Il mondo è diviso in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava.

Un saluto speciale a kappa e ai suoi bellissimi commenti...
Lui, come me, è uno che non smette mai di crederci... è un sognatore, ma una persona che arriverà lontano!
Kappa, io e te... abbiamo la pistola carica!

P.S. chi ci vede un doppio senso sessuale... non rida! CAPITO!?

giovedì 14 dicembre 2006

Necrologio

Si è spento dopo tremende sofferenze il caro, povero, vecchio, Maramao.
Le ragioni sono sconosciute, pare si trovasse in "intima compagnia" di una gattina innamorata.
Gli inquirenti sospettano che si sia strozzato con una briciola del suo adorato pane, che amava inzuppare nel suo famoso vino, proprio nell'atto compulsivo delle "fusa".
Il corpo è stato trovato nell'orto proprio accanto alle insalate.

Un saluto acorato, da parte dei vicini in coro.

lunedì 11 dicembre 2006

La vera forza

Se la vera forza stesse proprio nel non avere forza?
La vera illuminazione, la vera consapevolezza sia nel non cercare nessuna illuminazione o consapevolezza.
"Quando cerchi una cosa non la trovi mai, poi quando non ci pensi arriva." Quante volte ho detto o sentito questa frase, che ci si riferisca ad una donna, alle chiavi della macchina o a qualsiasi cosa che si sia smarrito.
Lo smarrimento, è una condizione, che mette in moto una ricerca dell'oggetto smarrito o di noi stessi. Smettere di cercarci, collocandoci, esattamente dove siamo, o dove non siamo.
Abbandonare l'idea che le nostre capacità siano fine a loro stesse, ma in base alla funzione che ne facciamo. La stasi è la peggior morte della creatività.
Allora proprio la forza è nelle fondamenta dello spirito, o si ha o non si ha, come un neo, alla nascita. Poi si simula, negli anni, per varie maschere che si possono portare, ma il nulla non crea nulla.
Chi è più forte? L'ateo che vedendo un miracolo si converte o quello che pur vedendo il miracolo, resta nella sua convinzione. Chi dimostra una vera forza?
Allora mi viene da pensare che la vera forza è nell'umiltà di riconoscersi, esattamente come si è.
La perfezione è un utopia. L'illuminazione, uno stato transitorio. L'equilibrio, non è univoco, ma la vita è un oscillazione continua di equilibri e squilibri.
Non è possibile raggiungere una stasi puramente positiva, poichè tutto oscilla. Tutto oscilla nel bene e nel male, quello è il vero equilibrio. Il vero equilibrio sta nel riconoscere il bene e il male, e oscillare tra i due.
Proprio la dualità della nostra vita, il complesso moto degli eventi ci deve spingere a riconoscerlo, ed accettarlo.
La vera forza, è l'accettazione di noi stessi.

mercoledì 6 dicembre 2006

Dicembre

Cioè... è già tornato dicembre, e non me ne sono manco accorto!
Allora, il Natale, è di nuovo alle porte. Per chi legge questo blog non si meraviglierà di leggere che io ODIO IL NATALE!
Che palle, di nuovo: vetrine addobbate, alberi di natale, babbo natale. se qualche bambino leggesse mai queste righe... Babbo natale non esiste, è come Dio, e la democrazia! Tutti espedienti per tenerci buoni.
Ma un premio per chi è cattivo tutto l'anno non ci sarebbe? La befana porta carbone dolce... che era il mio preferito. Ma se è dolce che punizione è? E' un incentivo ad essere cattivi!
Metti che ad un monello gli piace solo il carbone, sarà uno stronzo per tutto l'anno!
Così, si preparano cenoni, veglioni, ed estenuanti organizzazioni. E' di solito in questo periodo che comincia ad echeggiare la fatidica domanda: CHE SI FA A CAPODANNO?
Che palle!
Che faccio a capodanno? quasi me lo faccio diventare antipatico pure lui, come il natale, se non fosse che mi ricorda una cosa bellissima...
Vabè, il capodanno lo salvo, purchè riesca a trovarci un significato pagano, o qualche ricorrenza inca o celtica.
Ho un desiderio di blasfemia...

Povera patria.

Povera patria!
Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene
quello che fanno; e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà,
non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare
le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà,
non cambierà
si che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare
FRANCO BATTIATO

martedì 21 novembre 2006

LA GRANDE LOTTA - Microracconto di passione e dolore -

L'intonaco bianco della casa emanava il classico odore pungente delle case riverniciate da poco. Il mio letto era solo un cumulo svogliato e sintomo di un disordine che oltre ad essere evidente alla vista albergava in me. Pigrizia.
Lo stereo era acceso ed un CD di ottima musica girava, girava, girava...
Io ero perso in me. Seduto in terra. Una sigaretta accesa, una delle tante della giornata, mi pendeva dalle labbra. Mentre con la chitarra cercavo di seguire le note che provenivano dalle casse, suonavo elettrico.
Il pavimento era polveroso e qua e là c'era dello sporco che non notavo. Non mi è mai piaciuto vivere nel lerciume, forse perchè non ci ho mai vissuto. A casa mia era sempre tutto in ordine. "Siamo quello dove nasciamo", pensai, mentre un arpeggio mi teneva impegnate le dita. Nessuno, più dei musicisti, e mi ci inserivo anche io, capisce la natura effimera del tutto. Uno scultore o un architetto una cosa del genere non la potrebbero concepire.
Fuori c'era aria di pioggia. Perchè in pieno Novembre mi ostinassi a vivere in quella casa non lo sapevo. Era umida, cadeva a pezzi. C'erano sì e no dieci mobili, e le tubature della cucina lambivano le loro ultime sofferenze nella ruggine. Dal mare veniva sempre un'aria fredda e salmastra. Rovinava le corde della mia Stratocaster, i circuiti dello stereo, tubature e cervello.
Nel frigorifero qualcosa di scaduto aspettava di essere gettato.
Lo specchio era mio nemico, la barba lunga.
Troppa poca carta a disposizione per scrivere i miei pensieri.
Un accordo spiegava le cose meglio di dieci pagine scritte fitte. Non era vero, non lo credevo, ma mi piaceva pensare che fosse così, allora mi crogiolo in un Do settima, per il mio stato di lotta statica, di io contro di me.
Alcuni giorni prima vidi un cane con tre zampe ceh zompettava allegramente. La sua lotta l'aveva vinta. Intorno a me, quando cado nella vita sociale, mi rendo conto di essere così marcito dentro, che desidero che quella lotta che mi logora all'interno io la perda.
Trascinarsi giorno dopo giorno, e stancarsi al primo round.
L'amore sarebbe tornato, prima o poi. Forse quel vegetare umido avrebbe avuto una sua utilità, per me e per qualcun altro. Ora in un'aria di irrisoria inquietudine ero statico. Ferme le mie gambe, fermo il mio andare, verso qualche meta utile a costruire il mio io. Mentre quelle quattro mura formavano il mio ovunque, e quei quattro accordi fotografavano il mio sempre.
Poca carta per scrivere i miei pensieri, poco tempo per separarli dalle viscere tormentate della disperazione.
Fumavo, e pensavo al declino del mio oggi, sapendo che così facendo non ci sarebbe stato alcun domani.
Già vedevo i titoli sul giornale:
"Giovane suicida si strangola con il MI della sua chitarra
elettrica. Si cercano indizi nell'ambito del
rock satanico. Il giovane al momento
del suicidio ascoltava un disco di musica demoniaca."
Ascoltavo, ovviamente, del rock celestiale, per le mie elìtarie e competenti orecchie.
Dopo la tragica notizia, l'ennesimo gossip avrebbe sepolto ogni perplessità e avrebbe riportato le menti dei telespettatori ad una tranquilla serenità "made in U.S.A."
Pensavo che se avessi voluto suicidarmi, avrei lasciato la finestra aperta. Così i vicini ci avrebbero messo più tempo ad accorgersi dell'odore di morte. Ci penso, stono, e rido.
Mi piaceva essere disgustosamente cinico, mi rimetteva il sorrivo sulle labbra, e pensando al mio futuro suicidio mi lascio cadere in un tiro profondo e ad un assolo graffiante. Il paradiso e l'inferno a volte sono nello stesso luogo in cui non ci troviamo.
Avevo ormai affondato i miei pensieri nel tabacco e nella musica, non mi restava che decidermi a fare qualcosa di edificante per me e per il resto del mondo.
FINE

giovedì 2 novembre 2006

Disintegrare le distanze, approfondire le differenze.

E' bella la contaminazione, anche se bisogna sempre fare un passo indietro. Perchè non è la contaminazione che è importante, poichè essa sarebbe contingente alla distruzione delle barriere. Quindi disintegrare le distanze, e approfondire le differenze!
Mai smettere di influenzarsi, reinventarsi, mettersi in gioco, mai paura di soffrire, mai vergogna, mai paura dei giudizi, contano solo quelli che diamo noi a noi stessi! Benvengano i cambiamenti, i ricorsi ciclici che dovranno venire, le mutazioni dei nostri effimeri equilibri!
Basta coi timori, con la bassa considerazione di noi stessi!!! Audacia nella vita!

La vita è una cosa troppo preziosa per continuare ad aver paura!!!

martedì 31 ottobre 2006

Colmando i vuoti...

Basta poco... uno sguardo, un sorriso, stima, affetto... gli amici.
Risposte, a domande che necessitavano essere liquidate al più presto.
Vino, birra, musica, le penne al salmone e zucchine...
E sopratutto, non volere nient'altro, perchè in questo c'è già tutto. E naturalmente, esserne fieri!

sabato 23 settembre 2006

la musica...

Mentre ascoltavo il "Piano Concerto 9" di Mozart, e mentre scuotevo a tempo la testa mi sono ritrovato a sorridere. C'è qualcosa di inspiegabilmente meraviglioso in quelle note, che a scanso della tecnica sublime hanno un non so che di perfetto e impalpabile, irraggiungibile che mi fa stare bene, come se guardassi negli occhi Dio.
La musica è viva...

domenica 17 settembre 2006

Una domenica - Equilibrio.

Ho finito adesso di vedere "V" per Vendetta, mi siedo davanti al monitor conuna tazza di camomilla. Mi prendo due pasticche di valeriana per dormire, e mi accendo una sigaretta.
Questo è decisamente un periodo no. Però stanotte la mia mente ha elaborato alcuni meravigliosi pensieri tra i quali la differenza tra il pugilato e le arti marziali, tra la musica derivante dal ceppo latino a quello anglosassone, e varie questioni umane che avrò modo, tempo di esporre su questo blog, che di tanto in tanto con mio sommo piacere viene visitato.
Quando mi sono barcamenato in questa impresa, non credevo che sarei arrivato a cotal numero di post pubblicati. Ero però partito con l'idea di affrontare su questo piccolo angolo di "infernet" temi che scaturivano in me dei pensieri, così da poter comunicare le mie idee, e poterle condividere con chi incappando da queste parti avesse la (s)fortuna di leggerle.
Oggidì non è proprio quello che è accaduto, poichè sfrutto questo spazio come sfogo personale per le mie emozioni giornaliere.
La sigaretta è finita, e per quanto riguarda il sonno, non arriva, non arriva mai. La testa è sempre lì a pensare, a rimuginare, a chiedermi cosa, se, quando, dove e perchè!
Da dove arriva tutta questa curiosità? La mia volontà nel capire, differenziare, la voglia di apprendere, ciò che questo velo di apparenza che avverto su ogni cosa cela.
C'è qualcosa sotto, un piano, un disegno, un itinerario che lega tutto in un inesorabile catena di eventi. Come le tessere di un domino, cadono una spinta dall'altra, azione e reazione, uguale e contraria, dove la stasi non è contemplata. Perchè? L'equilibrio non è raggiungibile? L'equilibrio è sempre così tanto precario, così dondolante su un baratro.
Giungo alla conclusione che l'equilibrio è uno stato soggettivo. Ogni individuo viaggia su un proprio filo e trova a modo suo un equilibrio che lo scampa dal cadere nel baratro. Come creare una rete? Come creare un equilibrio collettivo? Impossibile. La connettività non è contemplata in un immaginario così individualistico.
Pessimista, sì, lo so, lo sono e mi piace, grazie al mio pessimismo riesco a non sprofondare nell'illusione dell'apparenza benevola di un esito positivo.
Rileggo le mie righe, ci credo e vedo poco futuro. Probabilmente col cambiare del tempo, col cambiare del vento e delle stagioni della vita, cambierò prospettive, più luminoso o più cupo non lo so, e non mi preme saperlo. Adesso, è un presente che riflette continuamente se stesso. Dietro c'è solo stasi, e la stasi non è l'equilibrio.

Scusate, il pessimo umore.

martedì 12 settembre 2006

Nodi in gola...

Cercavo qualcosa, in questa giornata.
Non l'ho trovato.
Ho visto una donna piangere, che camminava furiosa sul ciglio della strada.
Ora sono a casa, con un nodo in gola.

Mi piace la vita, dopotutto.

domenica 10 settembre 2006

La notte bianca...

Ebbene sì. Dopo l'anno scorso, recluso in casa a guardare la tv... (un documentario sui camaleonti n.d.r.) quest'anno mi sono buttato di testa nella vita notturna della città pulsante. Il mio spirito sempre contestatore ne avrebbe di cose da contestare, ma preferisco incentrarmi su quanto di bello c'è stato.
Camminare, innanzi tutto... Durante questa notte ho camminato.
Ci siamo mossi molto tardi, per un po' di ritardi contingenti, quando si è in tanti i tempi si dilatano, mi meraviglio che ancora ci siano persone che se ne stupiscono. Quindi anche la notte bianca delle attese, ma va bene così.
Arrivo a Laurentina alle 22:25, le prime "companeros" si presentano alle 22:45. In quei venti minuti di solitudine - si fa per dire ero circondato da persone, ragazzetti che si incontravano, coppiette, un signore un po' alticcio che ogni due minuti passava e sorrideva insomma solo ma non proprio - mi sono ascoltato a gran volume alcune canzoni dal mio Mp3. Portarmi il lettore in questa notte, è stata una bella mossa devo riconoscerlo, bella mossa anche la felpa, che ho messo quando faceva freddo e che ho tolto all'alba, quando non serviva più.
Prime vicissitudini alla metropolitana a Laurentina. Alcuni ragazzi, che definirò "apprezzatori estremi della professione del bevitore" avevano avuto, in un impeto di protesta a causa dei treni che tardavano a passare, la folgorante, malsana, tanto geniale idea di occupare i binari del metrò, e passeggiarvi allegramente. Poi, venimmo a sapere che mezz'ora dopo la nostra rinuncia al mezzo su rotaia, prediligendo l'autobus, la metropolitana venne ripristinata. In tutto questo, arriviamo col 30 presso la stazione ostiense, da lì, l'idea di prendere un autobus che ci portasse al centro, ma no, l'autobus era da pivelli, noi abbiamo optato per le scarpe. Ignari che a fine nottata quella decisione si sarebbe ritorta con veemenza sui nostri piedi.
Quindi, prima tappa della via crucis: STAZIONE OSTIENSE - CAMPIDOGLIO.
Camminare mi è piaciuto, abbiamo visto gente, abbiamo chiacchierato molto, ci siamo fatti due risate, quella, a dispetto della meta che stavamo per visitare, era già la notte bianca. Arriviamo al Campidoglio, gremito di persone, riusciamo ad ascoltare venti minuti di spettacolo di Gigi Proietti, che tralaltro conoscevo a memoria, ma va bene così. Pausa gradini, per riposare un po', sigaretta, un goccio di birra, e si riparte.
Seconda tappa: CAMPIDOGLIO - STAZIONE TERMINI.
Lì, a ballicchiare ritmi spagnoli con limoncello e zia al seguito, ci aspettava l'altra metà della ciurma, accessoriati da qualcosa che cominciava ad essere di graditissimo e indispensabile utilizzo: delle sedie! Balliamo un po' di ska, e un po' di ritmi latini, il gruppo che suona è spagnolo, e sono bravi, passiamo forse quaranta minuti lì a cazzeggiare, quando alle 03:30 circa, si decide di arrivare al prossimo waypoint. Passiamo per Via Nazionale, e lì con la musica nelle orecchie mi sento leggero e indistruttibile. Sono in un guscio armonico che mi avvolge, le cuffie e Beck rendono impossibile la vita al rumore che viene dalla strada, così vedo le immagini di una città che imperversa ovunque con irruenza, goliardia, risate, tristezza, come in un film. Colonna sonora, la mia musica.
Terza tappa: STAZIONE TERMINI - CAMPO DE' FIORI.
A campo il panorama che avevo lasciato dal vittoriano in poi era cambiato, data l'ora tarda, si cominciavano a vedere scene di gente che pisciava ovunque e che giaceva stordita nel suo vomito. Nulla mi turba però, guardo a questi eventi con una tale sufficienza, quasi uno sguardo da inevitabile conseguenza. Alcuni membri della ciurma a Campo vacillano, Silvia e Claudia appoggiano la testa ovunque, e ovunque si addormentano, Giorgio ha lo sguardo assente. Il resto dell'equipaggio è ancora attivo.
Quarta tappa: CAMPO DE' FIORI - PINCIO.
Questa è stata la tappa più massacrante, senza un motivo apparente, forse per effetti ritardati dello ska di termini, il mio piede destro comincia a farsi dolorante. Troviamo una soluzione, mentre Vinicio Capossela comincia il suo concerto - alle 6:00 - noi, pochi superstiti cadiamo su noi stessi accasciandoci sul selciato, che sarà la nostra locazione fino alla fine dell'avventura.
Quinta e ultima tappa: PINCIO - CASA.
Zoppico fino alla metro "Spagna", prendiamo un claustrofobico ascensore, io sempre con un po' di rock nelle orecchie, e intontito dal sonno, e da altro, impongo il mio zaino sul piccolo corpo di una ragazza che è dietro di me in ascensore. "La discesa dura poco, soffrirai per poco ragazza!"
La traversata del tunnel che porta ai treni è come correre verso una meta bellissima, la notte è stata piacevole, ma adesso tutti abbiamo bisogno del nostro letto. La parola "letto" è quella che ho sentito dire più volte nell'ultima ora della nostra aventura notturna.
Mentre eravamo al Pincio il sole ha avuto la meglio sui lampioni che si sono spenti, proprio mentre mi stropicciavo gli occhi, quindi prima di chiuderli era ancora notte, quando li riaprii era l'alba. Quell'aria fresca e quella luce mi ricordarono le albe passate, che si somigliavano tutte. Quel senso di stanchezza, di stordimento, gli occhi stanchi, gonfi, le membra che fanno male, ad un tratto capisco che la notte bianca è crudele, un'acerrima tortura. A Giulio mentre siamo sulla metropolitana confesso: "Quanti modi ci sono per distruggersi...". Penso: "Alle nove sono ventiquattro ore che sono sveglio." Alle Nove torno a casa, mi aspetta un bel letto comodo. Mi faccio una doccia meravigliosa, e dormo finalmente. I miei piedi ringraziano.

Bella nottata, fra un anno vedremo...

venerdì 8 settembre 2006

Sarò cattivo?

Mi sono chiesto, davanti al telegiornale, mentre seguivo la vicenda della povera ragazza austriaca segregata per 8 anni (poveraccia, niente da eccepire), a che serve tanto rumore? Perchè da dieci giorni devo costantemente conoscere la situazione di quella povera ragazza, che non ha esitato un attimo a far lacrimare vistosamente gli occhioni di fronte alla telecamera di una televisione tedesca. Mi è venuto da chiedermi chi fosse il mostro tra il rapitore e la rapita. La ragazzina ha già capito le meccaniche, per passare da vittima a celebrità. Sul TG2 di oggi ho sentito per la prima volta una spiegazione seria. Probabilmente la ragazzina è stata abituata a guardare solo televisione, di conseguenza l'unico linguaggio che conosce è quello televisivo. Infatti la sua intervista era manierata e recitata ad arte. Che la piccola reclusa abbia imparato dalla televisione le regole del successo. Sono cattivo, lo ammetto, stasera un po' di più perchè tramite un sito di oroscopi online ho scoperto che nella mia vita precedente fui un malvagio sacerdote di qualche setta, probabilmente molto potente e molto spietato. Mi viene da ridere, lo so che sembra ridicolo, ma mentre leggevo quelle righe, chiamala influenza mediale, chiamala suggestione, un po' mi sono compiaciuto delle mie passate incarnazioni, e sento dentro che conservo una piccola parte malvagia. Che poi a dispetto della logica, qualche giorno fa mi chiedevo, in una delle mie riflessioni sul mio essere, di che pasta fossi fatto. Forse, io sono malvagio... e qui ci starebbe bene una risata da cattivone stile film hollywoodiano di successo che sbanca al botteghino ma che no piace ai critici. Ma poi mi sono accorto che la veste del malvagio non mi si addice... non lo so, essere cattivi è così semplice, odiare è così facile. Odiare è da ignoranti, perchè chi non capisce odia a priori. Essere buoni è difficilissimo, per me lo è... allora è vero, se per me è difficile essere buono vuol dire che dentro sono un essere malvagio!

P.S. ...da bambino torturavo le lucertole...

martedì 5 settembre 2006

Ancora Salento???

Domenica 13 Agosto...
Si comincia a pieno con la vita salentina.
Le ore di sonno sono un optional al quale mi sottraggo senza troppa fatica. Scopro dai primi giorni che la nostra casa sarà un porto, un approdo per continue scorrerie di altri pirati, un po' mi faccio rordere il mio culone, ma in fin dei conti, anche se io non l'avrei mai fatto li capisco, li biasimo, ma "non me ne frega un cazzo".

Si ripete l'esperienza dell'alba, stavolta a S.Foca, in spiaggia, malgrado non fossi in grado di capire cosa succedesse intorno a me, di punto in bianco riuscivo a vedere in faccia le persone che avevo intorno. Erano tanti, e tutti completamente fomentati dalla musica.

Fino ad due ore prima ero stato sulla riva, dove la sabbia era abbastanza compatta da poterci disegnare. Con Giulio abbiamo disegnato qulasiasi cosa sulla sabbia, tra cui l'urlo di Munch, (che è venuto piuttosto bene) e l'itinerario folle che hanno percorso per arrivare in macchina dalla costiera amalfitana.

Lunedì 14 Agosto...
Ma che giorno è oggi??? Questo è quello che mi sono domandato mentre mi lanciavo dalla scogliera della spiaggia "la poesia" che a mio avviso di poetico non ha molto, piuttosto somiglia ad un acquapark. E' stata una di quelle giornate perfette. Oltre ai tuffi, era l'atmosfera che sapeva di vacanza, profumava di bello, anche se sono stato completamente stupido per tutta la mattina, per gli stravizi della nottata appena passata. La mattinata tralatro trascorsa con tre giovani pulzelle... cosa potevo chiedere di più?

Martedì 15 Agosto...
Da qui comincio a non ricordare nulla della vacanza, dato lo stato confusionale. So solo che mi sono svegliato, a malapena, capendo che era Ferragosto. Sinceramente non ci feci molto caso, ero già in vacanza cosa poteva cambiare un giorno di festa in più?? Per me che nella vita sono tutti giorni di festa...
Comunque mi pare che Martedì abbiamo camminato moltissimo per arrivare alla spiaggia, che poi era un'altra scogliera. Mare, pallone, sole, risate, parole crociate! Ho fatto più cruciverba in quella settimana che in tutto l'anno. Un mare eccezionale, nuotate liberatorie, ampie bracciate, mentre mi perdevo in un blu da sogno, un blu avvolgente, prendevo grandi boccate d'aria e la vita mi scorreva dentro, senza neanche un problema, senza una preoccupazione. L'unica preoccupazione era che mi ero dimenticato le ciabatte in macchina, ma alla fine, "non me ne fregava un cazzo"!!!

Mercoledì 16 Agosto...
Credo sia stato quel giorno che Giorgio si è sfranto sul boccione di vino vuoto. Fatto sta che io ero tornato a casa prima quella sera, il troppo reggae mi stava rendendo rasta tutti i neuroni. Rientrano mentre io ero al letto. Solo soletto, nella stanza senza neanche una finestra, col caldo che faceva, con la televisione che non funzionava. (Capirò a fine vacanza che la televisione rotta era l'elettrodomestico più utile di tutti).
Irrompono dentro casa, con Giorgio che ride e si lamenta, Giulio lo prende irrimediabilmente in giro... come si fa??? Come si fa?????
La mattina seguente spalmo la cremina e rifaccio la benduccia al povero Giorgio, la mia diagnosi: "Gio' secondo me è rotta, e troppo gonfia!"
La diagnosi del pronto soccorso: "Non è niente, ghiaccio e riposo."
Mi piacciono le cose drastiche... che ci posso fare?
Al concerto di Battiato credevo che uno fosse caduto da un'impalcatura, invece era solo svenuto. Sono un catastrofista, mi piace così.

Giovedì 17 Agosto...
Si sente già aria di ritorno, nella ciurma qualcuno dice: "Ma oggi è già giovedì?".
Eh già, una settimana non basta a nessuno. Nel frattempo nei giorni passati l'allegra brigata di abusivi ha dormito nel nostro cortile, piazzando tende. La padrona di casa era venuta quel giorno a controllare. (Ma che cazzo voleva la vecchia megera??????)
Piazzata napoletana finita in una stretta di mano e tanti sorrisi, dato che eravamo affittuari ma senza contratto, vieni ancora vecchia befana, che ti mando la finanza!!! A fine vacanza lo scemo dell'agenzia si è permesso di dire che avevamo fatto pagare l'allegra brigata per piazzare le tende. NONOSTANTE TUTTO, l'allegra brigata è stata nostra graditissima ospite, mai ci saremmo sognati di chiedergli un euro. (Io, parlando con sincerità, due euro a testa me li sarei fatti dare... )

La sagra della polpetta, è stata divertente, che poi si è trasformata nella sagra del sedano intinto nel vinaccio da due soldi che davano gratis. C'erano dei ragazzini che ballavano la pizzica. Una di loro, avrà avuto otto, nove anni, pareva tarantolata davvero. Era un fenomeno.
Le polpettine di maiale erano la cosa più grassa e intrisa di olio che avessi mai mangiato, ma buone, sinceramente buone. Il mio fegato dopo ha fatto le valigie, ma buone!!!

...continua...

domenica 3 settembre 2006

Mancanze

Se mi ritrovo solo, alle tre di notte a vedere un film, e a piangere come un disperato, perchè sento dentro tutto quel dolore che quel film voleva trasmettermi, e poi il giorno dopo mi vedo cantare come un pazzo alla guida della mia auto. Se mi sento morire dentro, se sento dei vuoti incolmabili, e delle speranze ormai affidate a un nulla che non arriva più. Se mi sento tanto povero, perchè non ho più neanche un briciolo di amore e di passione nelle vene, mi sento morto, alla deriva di un mare che non mi vuole più contenere, o del quale mi rifiuto di far parte, perchè galleggiare in questo mare mi disgusta. Se vedo che non riesco più a dire "ti amo", perchè lo so che alla fine non è più vero, non riesco ad amare neanche più me stesso. E' la vita che mi ha prosciugato, e io gliel'ho lascaito fare senza contestare, fino all'ultima briciola della mia dignità. Se non riesco più a divertirmi, non riesco più a trovare uno scopo, neanche quando sono circondato da persone che mi vogliono bene, se metto in discussione anche il loro bene, allora è vero, sto morendo di un male invisibile che mi avvolge, e nel quale io mi nascondo continuamente. Niente più scuse per me, niente più paraventi, è ora che cadano i veli. Vorrei innamorarmi di nuovo, consumarmi d'amore, in stupide notti passate a pensarla, e ardere di passione, bollire al solo vederla o sfiorarla.
Cambierà, vedrai che cambierà...
Intanto la primavera, tarda ad arrivare...

domenica 20 agosto 2006

Salento? Si grazie!

Domenica, 13 Agosto 2006 - San Foca.
Mercoledì ho viaggiato in treno verso Roma con tante cose nella testa. Il viaggio è stato tranquillo: a bordo c'era un bambino a dir poco sensazionale. Una madre che mi ricordava la mia e sua nonna.

Arrivo a Termini, mia madre mi viene a prendere... le voglio bene, nonostante tutto.
Giovedì a Tor S.Lorenzo. Una bella giornata. Giro il mio primo corto sperimentale. Una cagata, ma ci siamo divertiti.

Venerdì giorno di partenza. Mi sveglio alle 9:30. Passo la mattina a sistemare lo stereo della macchina, Valerio mi aiuta contento. E' bravo in fondo, nonostante tutto.

Arrivo a Romaper le 16:00. Sistemo le mie cose, dimentico la telecamera a Tor S.Lorenzo, rosico, ma una volta arrivato sentirò di più la mancanza della chitarra.
Sono solo a casa, mi preparo la borsa, e alle 19:00 vedo i miei amici. Sono nervoso, ma appena sono con loro mi rallegro. Nonostante mi manchi la Calabria ho una voglia matta di partire.

Partenza pattuita alle 4:00 con incontro alle 3:30. Gli orari verranno rispettati. Tutti in orario, quasi tutti, e un po' mi da fastidio, ma essenzialmente "non me ne frega un cazzo".
Sono entrato già nello spirito della vacanza, qui dire:" non me ne frega un cazzo" è come bere un bicchier d'acqua.

Partiamo. Dopo parecchie ore arriviamo. Guido sempre io, ad emulare il mio papone a cui voglio tanto bene, nonostante tutto.

- faccio il viaggio con Alessia e Andrea, poverini li bombardo di musica che a loro piace poco... ma io guido... -

Arriviamo dopo pranzo, verso le 13:30. Si sta bene. Sono stanco morto. Cerco di dormire un po'. La casa fa schifo, è sporca, provo a pulire ma non me ne frega un cazzo.
Mi faccio una doccia e la barba mi stendo sul letto. DORMO!

Mi svegliano le sgallettate e Silvia irrompe dentro casa. Sarà una fantastica compagna di stanza, di spesa, di cucina, e di scazzo. Parliamo mentre prepariamo la cena.

Arriva il resto della truppa, anzi della ciurma, perchè più che un plotone sembriamo un manipolo di pirati. I pirati più cazzuti del salento.

C'era di fondo una qualche diffidenza. La sensazione che quella vacanza non mi sarebbe piaciuta, tutto svanì quando dopo aver finito di preparare la pasta con le zucchine vedo i miei pirati che mangiano di gusto, ridono, scherzano e io con loro mi sento parte di qualcosa di bello.

Sono stanco. Non tengo il conto delle ore di sonno perse, ma alle 2:00 usciamo. Andiamo a Casalabate vicino Lecce ad assistere alla dance hall di Rodigan. Uno spettacolo.

A me la musica reggae non piace, ma la serata è bella. Si balla, c'è gente, e sopratutto la compagnia è ottima. Alle 5:00 dal mare, mentre la luna è ancora alta, si innalza un chiarore rossastro, che dipingerà a breve il mare e le nuvole di sfumature ambrate. Meravigliosa alba, la prima in Salento.

Torno a casa prima dei miei coinquilini. Tornano e fanno casino come una ciurma appena sbarcata. Faccio fatica a dormire, nonostante il mio corpo me lo chieda in ginocchio.

Ci svegliamo scaglionati (e scoglionati). Mi sveglio solo dopo un caffè, cappuccino, e doccia.
Arrivano altri pirati, che erano a zonzo, senza meta... mi stendo e comincio a scrivere.

Abolire le convenzioni...

Ho passato dei giorni in uno stato un po' confusionale... per merito (o per colpa) di alcol e droghe. Sono tornato ad uno stato primordiale delle percezioni. Come se i cinque sensi fossero una convenzione. A poco a poco mi accorgo che tutto ciò che è convenzionale è banale, perchè la convenzione è un limite per le varie possibilità.
Seguendo ciò che è convenzionale siamo male abituati, poichè atrofizza la nostra voglia e capacità di astrarci, seguendo procedure alternative. Si deve abolire la convenzione, essere non convenzionali.

giovedì 27 luglio 2006

Si parte!!!

Ok, Luglio è finito, i bagagli sono pronti, l'atosmfera è la solita delle vacanze estive, fare tutto in scadenze strettissime e pure controvoglia, perchè non si può rimandare ad agosto, poichè ad agosto tutti stanno facendo quello che stai facendo tu... ovvero... rimandano a setembre... no, ovviamente stanno in ferie.
Ma io non sto in ferie, io sono in vacanza, perchè non lavorando non sono schiavo delle ferie... eheheh!!! CIAO CIAO SERVI DELLA GLEBA!!!
Uno sguardo a settembre, esami da preparare, università da vivere, lavoretto scemo da trovare per pagarmi i miei vizietti... poco, pochissimo tempo da buttare.
In agosto un cortometraggio da girare e da montare possibilmente al mio ritorno, serviranno molti nastri e poi tornato a Roma, servirà una nuova ram per il pc, che dovrà essere ripulito e destinato al videoediting, finalmente potrò cominciare a girare le MIE immagini montate come IO dico, finalmente mi esprimerò!
A venerdì il viaggio... in macchina, con il caldo torrido della Salerno Reggio, che poi tutti ne parlano male, ma è affascinantemente italiana, e mi piace tanto anche per quello... in fila, ho visto le più belle azioni di solidarietà. partite a pallone tra le corsie, masse di uomini nascosti a pisciare dietro le siepi, grappini bevuti alle undici di sera, chi non guidava ovviamente... (com'è palloso il politicaly correct).
Il viaggio... che bello, il viaggio è già vacanza, è già qualcosa prima di arrivare a destinazione, il viaggio comincia con la testa, e poi finisce col ritorno, quindi non crediate che la vacanza sia l'arrivo a destinazione, la vacanza comincia quando acquistate il biglietto, quando fate il pieno... ma chi non ha mai fatto l'autostop forse non può capire...
Buone vacanze a tutti, e tante care cose.

mercoledì 12 luglio 2006

Addio caro Syd...


Ieri, martedì 11 luglio 2006, Syd Barret ha staccato un biglietto di sola andata per l'infinito... perchè paradisi a parte, o inferni veri o immaginari, lui l'infinito dell'immortalità se l'è guadagnato qui in terra fondando insieme a Roger Waters, Nick Mason, Rick Wright i PINK FLOYD. Il suo solo demerito fu di essere un uomo votato all'autodistruzione, ma nei momenti di lucidità (o quel che ne rimaneva) ha creato dei veri capolavori del rock psichedelico, per chi volesse capire ciò di cui parlo, deve ascoltare "The piper at the gates of dawn" primo indiscusso capolavoro dei pink floyd e figlio della mente geniale di Syd Barret.
Si spegne a Londra all'età di sessant'anni, segnato dagli acidi e dal diabete, una persona irriconoscibile, ingrassato, emaciato, non più quel viso ribelle e scanzonato che viveva in un altro mondo, e che forse nel nostro mondo non ha mai vissuto.
L'unica cosa che mi viene da dire, in un infinito silenzio di tristezza, è grazie, per le tue melodie che nascondono nella psichedelia una capacità musicale finissima, degna dei più grandi autori dell'ottocento, grazie per i tuoi metaforici testi psichedelici, e grazie sopratutto per non aver svenduto al mercato la tua immagine rimanendo sempre nell'ombra, come un fantasma.
Addio Syd... ci rivedremo... forse...

venerdì 7 luglio 2006

Lampi di pazzia all'orizzonte? O sono solo nuove paure?

Oppure vecchie paure che ritornano?
Stanotte ha piovutto tutto il tempo, e anche stamattina, i lampi erano quelli dei fulmini. La pioggia si è portata via tutto il caldo appiccicoso che aleggiava fino a ieri, nell'aria è rimasto un dolce odore di bagnato e respirando i polmoni si riempiono di aria fresca. Devo sbrigare delle faccende, devo dare degli esami, e tutte queste cose sospese, mi terrorizzano... Anzichè farle e risolverle rimando all'infinito le mi mansioni... Sono pazzo? Oppure solo molto confuso?
E' normale impaurirsi della vita? Credo che sia l'unica cosa di cui non aver paura, perchè nonostante tutto è sempre bellissima... ma a che prezzo?
Chiudo questo delirante quanto inutile post.
Adios.

sabato 24 giugno 2006

Vorrei...

Vorrei che la notte non finisse mai...
Vorrei ricordare per sempre quello spicchio di luna che mi accompagnava a casa, mentre sparivamo entrambi con l'alba...
Vorrei amare indistintamente...
Vorrei immergermi in un lago profondo e poter respirare sott'acqua...
Vorrei la fine dell'indifferenza e dell'ignoranza...
Vorrei poter volare...
Vorrei vivere per sempre, e a volte vorrei morire...
Vorrei svegliarmi domani e credere che tutto quello che è sarà sempre più bello...
Vorrei avere meno rimpianti per quello che non ho fatto, preferendo i rimpianti che ho avuto quando ho sbagliato...
Vorrei impazzire per capire com'è il mondo da un'altra prospettiva...
Vorrei stare qui ad interrogarmi su cosa voglio per ore, ma è molto tardi...
Buonanotte mondo...

giovedì 22 giugno 2006

Frasi da Gordon Finest Beer.

Ecco due frasi che mi sono venute lunedì sera alla Ragnatela:

1. Chi si ribella CAMBIA la storia, chi si adegua al cambiamento FA la storia.

2. La mia generazione è composta da nipoti di chi ha fatto la guerra e figli di chi non ha fatto una mazza!

martedì 20 giugno 2006

Marginale\Originale

Quanto la marginalità delle cose le rende originali?
E' possibile che più una realtà si trovi a stretto contatto con un confine, più quella realtà e piena di sfumature originali?
Il passaggio a cavallo di una linea di confine, ci porta a contaminarci da elementi delle culture che sono divise dalla suddetta linea. Allora, la vita di confine è una vita ricca, e più piena di confornti. Oppure è il confine stesso, a portare chi lo varca a confrontarsi con un'altra realtà?
E' possibile che il confine sia un vincolo precostituito dal quale prescindono tutte le logiche di appartenenza?
A voi l'ardua risposta.

lunedì 19 giugno 2006

La stagione dell'amore

La stagione dell'amore viene e va,
i desideri non invecchiano quasi mai con l'età.
Se penso a come ho speso male il mio tempo
che non tornerà, non ritornerà più.
La stagione dell'amore viene e va,
all'improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà.
Ne abbiamo avute di occasioni perdendole;
non rimpiangerle, non rimpiangerle mai.
Ancora un'altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore.
Nuove possibilità per conoscersi e gli
orizzonti perduti non ritornano mai.
La stagione dell'amore tornerà con le paure e le scommesse
questa volta quanto durerà.
Se penso a come ho speso male il mio tempo
che non tornerà, non ritornerà più.
FRANCONE ARRIVOOOOOOOO
19\7 concerto Franco Battiato al "Roma Rock Festival"...

domenica 18 giugno 2006

Il luogo come vincolo dell'anima


Sono giunto alla conclusione che cambierà definitivamente la mia vita.
Il luogo è un vincolo. Creerò non luoghi ai quali non apparterrò.
Poichè AVERE e POSSEDERE, e STARE è un vincolo che ci porta a non essere. Per poter ESSERE devo negare ogni tipo di appartenenza, luogo e proprietà.
La folgorazione non mi è arrivata da illuminanti letture o da ore di meditazione (dovrei farlo però). Ma da un viaggio in metropolitana da Laurentina a Rebibbia. E poi da lì camminare, camminare, tornare indietro, scoprire gli angolo che si nascondono dietro i palazzi, quelle distese di cielo che si liberano dietro un edificio di dieci piani, le facce della gente, il solo "buongiorno - buonasera" (certo, ambisco a molto di più) vedere la vita.
Il luogo prestabilito è un vincolo all'anima che potrebbe divenire grande come il mondo.
Credo che al principio non sia importante visitare il Nepal oppure gli U.S.A. o la Cina. Credo che passeggiare per le vie della città sia l'inizio perfetto. Per uno come me che è atrifizzato sia mentalmente che fisicamente. Mi sento come al risveglio di un lungo letargo; più gli occhi si dischiudono, più la luce che entra mi rende affamato e voglioso di VEDERE, SAPERE, VIAGGIARE.
Perchè alla fine è il viaggio l'unico rimedio.
Lo sento, amo la vita, e amo ciò che me la sta facendo amare. La rabbia sta diventando amore, incondizionato. Pace e amore, è il motto più bello del mondo.
Il luogo ci costringe e non ci fa liberare l'ira, e come in una gabbia, spingiamo l'ira su noi stessi. Le sbarre della mia prigione stanno svanendo e non mi sono mai sentito tanto vivo come ora.

Peace and love for you all.

venerdì 16 giugno 2006

Tutto scorre... quindi tutto finisce.

E' probabile che le cose cambino dal giorno alla notte.
E' probabile che quello che sembrava una cosa definita e con dei bellissimi contorni, il giorno dopo sia informe e senza contenuto.
Questo è quello che accade facendosi illusioni senza fondamento.
E' probabile che le illusioni ci aiutino a farci stare meglio, come la religione, l'amore; ma quando finiscono.. cosa resta dell'illusione? L'ombra? una macchia nell'anima, un alone che ci rievoca sensazioni passate.
Come sempre troppe domande e poche risposte. sempre troppo poche risposte.

giovedì 15 giugno 2006

Come cominciare bene un blog

Bene bene bene...
Oggi è stata una gran giornata,
di sorprese adornata...
non è il caso che comincio a parlare per rime... no, non è il caso.
Tutta una giornata di studio e poi non so che scrivere sul mio nuovo blog.
Per ora questa è solo un'ottima prova, oppure un disastroso inizio, ma "NONMENEFREGAUNKAISER". Ora che il luogo del mio sfogo è pronto, posso tranquillamente attendere che mi venga in mente qualcosa di interessante da scrivere.

Utopia... mera, fantastica, eccentrica utopia.

Bene saluti a tutti.