venerdì 25 luglio 2014

l'orologiaio

non so perché.
non so come quel giorno mi ritrovai in quella fumosa città, fatta di pareti di pietra, e strani negozi di antichità e vario genere di chincaglierie.
quasi a farsi un luogo di turismo d'altri tempi.
mi rotrovai in quell'oscurità aliena eppure familiare, tanto da conoscerne gli anfratti e le viuzze.
mi incamminai nella via ovest, e lì in una discesa all'angolo di una curva: la scalinata repentina che portava al negozio dell'orologiaio.
appena varcata la soglia, con titubanza ma conoscenza, udii un suono che mi fece sobbalzare.
al solo pensiero dell'idea che esso mi generò tutt'ora rabbrividisco.
il ticchettio...
il ticchettio era completamente sfasato.
ognuna delle decine di orologi andavano con un ticchettio.
il ticchettio....
incontrollabile, continuo, contagioso, con tachicardiche cantilene continue e cu cu.
sveglie trilli, suono sgraziati ed ognuno con il suo carattere, e il suo conteggiare.
l'orologiaio un tipo composto nel suo saio bianco e gli occhialli appoggiati alla testa. il naso aquilino e scaltro ed un viso affilato come la coscenza, mi diede il benvenuto.
capivo allora che l'orologiaio possedeva questo suono.
suo era il ritmo, suo era il tempo, la fase, il continuo scattare di contasecondi, l'eternità, la notte e il giorno, la vita, la morte.
comprendendo tale dono sovrumano chiesi lui candidamente, con l'umiltà che si riserva agli dei: "perché?"
ed egli sorridendo senza dubbio proferire confessò: "mai sentita una musica più bella?"

1 commento:

Ponga ha detto...

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