domenica 17 febbraio 2008

il salto nel vuoto

Una sensazione diversa stasera.
Mi tocco gli spicci in tasca e mi ricordo che sono il resto delle marlboro che ho comprato. Una percezione di inutilità, come se l'ultima azione fosse la decisiva (e tutto ciò che sei, è una scena al rallentatore, ripresa da un anonimo regista, che non sei tu).
Quell'ultima azione che non hai più fatto con intenzione, ma con meccanicità, come se facente parte ormai di quel meccanismo ignoto che è la quotidianità.
Ed è in lei, la maledettissima immagine che si presenta un giorno, quando tutti gli altri dì ti sebrano così uguali. Anche quando credi che siano tutti diversi. Un viaggio dentro di sè è necessario, o si rischia di innalzarsi troppo in fretta in vette che non ci è dato di esplorare. Si tratta di livelli, di scalinate di esperienze, che vanno fatte senza affanno, o si rischia di arrivare senza fiato alla vetta, per poi svenire, e cadere, e ritrovarsi giù da capo, al primo gradino di quella insidiosa gradinata.
Ora mi fermo, in questo affannoso correre, senza guardarmi indietro e pensare di fare passi a ritroso, ma per riprendere fiato ed equilibrio, proprio ora, che senza ossigeno comincia a girarmi la testa.
Anche l'amore, ha bisogno di essere ricollocato, adesso che si è trasformato in una presenza che si è lasciata dietro di me una quantità inimmaginabile di cambiamenti positivi, e le priorità, si innalzano di fronte a me come un velo buio, come una soglia di oscurià, dietro la quale si può celare anche un salto nel vuoto.

Un salto nel vuoto...

Dal vostro inesorabile cercatore d'oro...

#RK#

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