sabato 8 novembre 2008

il generale incognito

io ti ho visto, aggirarti per queste strade, generale incognito. sei un passante, un virtuoso della chitarra sotto la metro, un piccolo bambino che gioca alla psp mentre aspetta l'autobus, una vecchietta con le buste della spesa.
ti ho guardato e mi hai fatto pena, generale incognito, che mi sembri sempre più l'italiano medio(cre), e guardandoti mi sono guardato. anche se non mi riguardo mai, ed ecco perchè tutti sti raffreddori fuori stagione. dicono sempre "è il primo freddo" si ma il secondo e il terzo? sei recidivo!
Io ti ho notato generale incognito, che mi rispondi al telefono, e ti dico: "c'ho il telefono staccato da 3 giorni. Ah davvero il servizio clienti è a pagamento dai cellulari. mi può richiamare lei dalla sua postazione? Ma come sarebbe a dire ci chiami da una cabina telefonica?"
Io ti ho visto generale incognito, lamentarti perchè non arrivi a fine mese, e poi ti ho visto portare magliette emporioarmanidestocazzo e dolceegabbanapotesseròmorìtuttieddue!
ti guardo generale incognito, con sommo sbigottimento, e mentre vedo te, vedo deformazioni del mio "me" che stento a mitigare. e mi convinco che la comprensione, e la compassione che provavo per te, erano più utili a te che a me!
tu caro il mio caso di ambiguità italiana, di mistificazione della meravigliosa penisola italica, tu, mancato mafioso, che non sei omertoso solo perchè non ti puntano la pistola in fronte, te che parli e ciarli, e ti gonfi come un pallone, ti ho visto, come d'altronde c'era da aspettarselo, in televisione.
caro il mio generale incognito, eri in mezzobusto a elencare morti, eri in doppiopetto ad elencare cifre, eri senza cravatta e un po' sudaticcio a cavalcare l'onda, eri un giovane ricco di speranze, ballavi con la tua maglietta rossa, esibivi capelli fashon, sorridevi come una triglia, sgambettavi come un kledi qualsiasi, e poi piangevi di fronte ad una giuria ingrata. che pena smisurata.
Ti ho visto, generale incognito, aggirarti per i cortei della mia università, a cantare slogan deficienti, a dirmi che ti piace il porno, ma che sei cattolico credente. tu guardi il porno e poi ti fai il segno della croce, con la stessa mano...
ti ho guardato generale incognito, e mi sono vergognato di scambiare il paese con lo stesso tuo sangue sporco di arrognaza e incoerenza, di presunzione e reticenza. sei mio fratello... uno scomodo fratello d'italia.

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