sabato 24 gennaio 2009

La verità di massa

Viviamo in una società alquanto originale.
La nostra era della comunicazione è caratterizzata da una peculiarità che trovo al limite dell'auspicio per una nuova rivoluzione culturale (anche se coi media di massa già c'è stata).
Proprio in questa società dei mass media c'è un valore che ha subito trasformazioni, a causa di una nuova configurazione della vita.
La verità è questo valore.

Nei media circolano la più grande quantità di messaggi che l'uomo abbia mai sperimentato prima d'ora. Questo affollamento, potebbe portare ad un collasso del sistema mediatico e (come dice Beaudrillard) ad un'implosione del sistema.
La prova di questo potenziale collasso, è che la verità, viene usata dai media, per contrastare la verità stessa.
Come l'opera d'arte, nell'era della sua riproducibilità tecnica, ha subito una riduzione della sua "aura", anche la verità, a forza di essere riprodotta, ricontestualizzata, revisionata, ha perso ogni valenza e ogni connotazione di "valore".
Un valore è un caposaldo; come può una cosa relativa, come la verità di massa della società dei media, essere un caposaldo? Quando non sappiamo a che verità correre dietro, allora, non c'è nessuna verità.

Ancora di più, nell'ambito delle comunicazioni digitali, la verità può essere mistificata e manipolata. Addirittura creata.
Quanto più verità e realtà si distaccano tra di loro, tanto più l'uomo cercherà di aggrapparsi a verità effimere, verità virtuali.
Nell'era della verità di massa, ogni media propone la sua, ogni fazione politica canta la propria, ogni opinionista illustra quella in cui crede.
La verità viene poi venduta.
Se c'è un fenomeno che si comporta con tanta ambguità, è proprio la menzogna. La menzoga, al contrario della verità, può avere molte facce, e molte interpretazioni, poichè si distacca in maniera totale dalla realtà. Quindi, quando i media cercano di proporci una verità incontrastata, una visione del mondo che rispecchia la "loro verità", è il momento di chiederci se quella verità, non è invece una gabbia dove la società dei consumi vuole spingerci.

McLuhan diceva che il media è il messaggio, perchè il messaggio che viene prodotto da un media, è la risultante del suo linguaggio, quindi in strettissima correlazione con l'oggetto che l'ha emesso. Oggi i media, raccolgono pubblico da vendere agli inserzionisti pubblicitari. Oggi i media sono pubblicità, o volendo, oggi i messaggi, sono tutti di carattere pubblicitario, connotati con le caratteristiche del marketing.

Un'enorme fetta dell'offerta mediatica oggi, è atta a garantire ascolti per poterli poi "trainare" (tanto che esistono dei programmi chiamati in gergo proprio traino) verso lo spazio pubblicitario.
Spazi pubblicitari sempre più falsi. Programmi che si presentano sotto il nome di "reality", ma che di reale hanno solo l'arroganza di poter simulare la realtà. La presunzione di poter simulare la verità, quando invece questa verità ci viene prodotta ad hoc per poter suscitare nello spettatore emozioni. Emozioni che poi sono finte come ciò che l'ha generate.
Ciò che dunque viene chiamato verità, nei media non lo è. La simulazione della realtà non può chiamarsi verità, diventa invece menzogna, mistificazione, adattamento.

Ogni giorno ci sono termini che vengono utilizzati dai media e che vengono inseriti nei contesti più errati, basti pensare a chi usa parole come "libertà" e "democrazia". In tutto il mondo, i media, hanno ormai portato un'immagine della realtà completamente virtuale, artefatta, completamente non reale. La loro verità di massa, è in realtà una sfaccettata bugia.

Morale: spegni la TV e vatti a fare una passeggiata!

RK

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