giovedì 24 novembre 2011

quella volta...

questa potrebbe chiamarsi: quella volta che decisi di innamorarmi ancora.
erano tempi complessi, niente era certo, e il mondo pareva rinchiuso in una tagliola. era l'autunno, e fuori faceva un gran freddo e il raffreddore non fece fatica ad avvolgermi.
la mia vita è un flusso di coscienza. non c'è niente di lineare, sono pensieri confusi e accatastati in qualche angolo remoto della memoria, ed il presente connota ogni cosa di blu. il colore blu. me l'hanno chiesto proprio l'altra sera, quale fosse il mio colore, preferito! il blu ho risposto, e chi me l'ha chiesto poi mi ha preceduto, dicendolo leggermente prima di me, così a sembrare che io l'avessi imitata, ma no ecco, era concomitanza, era assonanza, era la stessa cosa detta assieme, era... coincidenza.
"quella volta che decisi di innamorarmi ancora"
potrebbe essere un romanzo su come successe, che poi alla fine successe perché era una notte allegrissima, e poi dopo giornate passate a domandarmi che fare, lei mi dice proprio mentre se ne sta per andare che io parlo troppo. lei vuole che io faccia tutto e diriga le redini della nostra passione.
e così quando decisi di innamorarmi di nuovo non lo feci con la smania di catturare, di avere, di possedere, ma iniziai a farlo con la pazienza. con la calma, e senza pensare di stare per perdere il treno.
"quella volta che decisi di innamorarmi ancora" non era come le altre. quella volta era come una grande presa di coscienza, e non c'era ancora l'idea di una storia duratura o stabile. non c'era l'idea, anche se ogni notte la sognavo e sorridevo, sorridevo come un uomo distratto. poi non è che i problemi siano le questioni di emozioni o passioni, i problemi risiedono nella nostra interazione con la società, e quelli di problemi so duri, so tosti, sembrano insormontabili, m mai come quel problema che m'accadde "quella volta che decisi di innamorarmi ancora" io dico che faccio un salto nel vuoto. e me butto!

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