martedì 10 febbraio 2009

aldilà della forma oggettiva

Sento come un desiderio di settorialità. Un inscatolamento degli eventi.
Più riconducibile ad una tendenza generalizzata di duopolizzare gli avvenimenti.
L'oggettivazione di sistemi soggettivi.
Come può un'istituzione, formalizzare i comportamenti soggettivi degli individui?
Si ricade nella spirale del giusto, e del suo contrario, dettati sostanzialmente da una cultura popolare, delineata da millenni di storia. La nostra cultura oggettiva è la risultante di centinaia di scelte. Un continuo effetto farfalla, che ha portato dal caso della "notte dei tempi", ad un sistema complesso di cui sconosciamo le origini, e del quale ignoriamo la sua equazione.
La creazione ha migliaia di teorie, nessuna provata, e la scienza, per quanto possa guardarsi indietro, non può ancora misurare gli eventi passati con la precisione con cui osserva i fenomeni contemporanei.

Esco dal cinema, e i rumori che vengono da fuori, mi sembrano un indescrivibile tutto. Dei tamburi dalla piazza, delle grida della gente, gli schiamazzi le risa, l'effetto doppler dei motorini, tutto mi sembra fuso in un unico rumore; così gli odori, si mischiano in un'unica essenza, asfalto, cani, vino, persone, sigarette, piscio, acqua. Così la vista, mi torna utile solo come organo di percezione. Non distinguo con profondità ciò che mi si para innanzi, ma un quadro, un olio su tela dalle impercettibili sfumature. Esco dal cinema, e la mia mente è incapace di stare con la realtà. di ricominciare a vivermi.
Ho visto Valzer con Bashir, e ho pianto, di un pianto incontrollabile, di un pianto fatto di rabbia, di dolore. Un piano che ho provato solo a certi funerali, quel pianto che sa di espressione univoca e genuina del sentimento che si prova. Non ho saputo nè voluto controllarlo, in quella sala, sguarnita di spettatori, mi sono lasciato andare ad un evidente singhiozzo, noncurante. Era la mia reazione libera, e accantonando il pudore, mi sono sentito libero di esprimere la mia rabbia, e il mio dolore, con il pianto.

Si dice, che la vita continua, e lo fa, e lo fanno, perchè nel momento in cui uscivo dal mio dolore, vedevo intorno, per le vie di S.Lorenzo, il piacere e la gioia di questa vita; ma la vita si dovrebbe fermare e non basta un minuto di silenzio. "La vita continua" è un motto autodifensivo che ci aiuta a dimenticare. Un dolce laudano, che ci rassegna al fatto che quando qualcosa si spezza, c'è sempre qualcos'altro che non arresta il suo corso. Eppure, anche se ci trovo delle valide motivazioni, non ci sono riuscito, a far continuare la vita, in quell'istante, mentre il mio privato era diventato pubblico, quando il mio singhiozzo aveva investito la sala cinematografica, la mia vita ha smesso di proseguire e si è fermata lì, a pensare, a soffrire, a provare una nausea, che va oltre il mezzo cinema, che cerca dentro di me per trovare le ragioni dell'uomo. Le basi dell'odio, le basi della disumana umanità.

E' nella forma oggettiva delle cose, che si sviluppa l'idea di conflitto. L'idea di diversità, di identità ambigue. Nell'era del post-modernismo, quando ogni parte del tutto è frammentaria, quando le forme espressive sono molteplici e accessibili in maniera sbalorditiva, l'oggettivazione della realtà perde completamente di senso.
L'umanità ha bisogno di una nuova rivoluzione culturale, immergersi nella tolleranza, e accettare la molteplicità delle forme umane.
Così la relazione tra le parti diverrà pacifica.

Natural Dementia
RK

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono contento che valzer con Bashir ti sia piaciuto ^^
Non avevo mai letto il tuo blog, ho trovato il link su FB. non scrivi affatto male, ma la prossima volta che vai al cinema ricorda i fazzolettini così non disturbi gli altri spettatori... lol
Scherzo: lo sai che sono un cinico/buono.
Il dualismo umano, L'ossimoro e tutti i cazzi che seguono la maledetta ricerca della matrice del pensiero sono il tarlo che mi porterà ad una lenta è inevitabile follia, sono contento di sapere che non impazzirò da solo.
BELLA!

RK ha detto...

:)