sabato 7 novembre 2009

dopo una pausa

dopo una pausa, i desideri si rimpastano. mezz'ora di camminata all'aria fresca e le idee si riordinano. ripetere, rifare, ricominciare. l'iterazione è il male della mia vita. ricomincio da capo ogni volta, e ogni volta che si verifica lo spiacevole evento "X" io mi risento vuoto, mi risento in colpa, perchè il mondo non è ancora un posto migliore per me e per i miei simili.
dopo una pausa, si fabbricano ipotesi di risultato, mi immagino come ho iniziato, mi sogno come finire, mi vedo allo specchio, mi riguardo, sono riflessivo, riflettivo, riflesso. lascio al caso molti dei miei giorni.
dopo questa pausa, mi risento come un tempo, regressione o ritorno? che sia un bene? che sia un male? che sia ormai obsoleto chiedermelo, perchè ho capito che bene e male albergano entrambi nel giudizio, e scappano dalla realtà.
dopo una pausa, mi sembra di tornare all'aria, prendere grandi boccate di ossigeno, e spero di tralasciare la rabbia che provo per tutti quelli che mentre ero via mi hanno reso trasparente.
dopo una pausa mi accorgo che conservo, mantengo, la mia persona mutata e mutevole ha subìto una scissione, e finalmente cronometro alla mano, apro la finestra e vedo che il tempo è già passato, e non occorre aspettare ulteriormente che le cose si aggiustino, si preparino, si assestino.
Le cose in questo paese, se le sono già aggiustate, preparate, assestate, tutto in mia assenza, anche piuttosto bene.
dopo la pausa, pensavo di essere migliore, ma anche migliore, come bene, e pure peggiore, come male, è sempre un giudizio. opinabile, rivedibile, trascurabile. dopo una pausa, sono. semplicemente sono. e sono io.

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