martedì 20 giugno 2006

Marginale\Originale

Quanto la marginalità delle cose le rende originali?
E' possibile che più una realtà si trovi a stretto contatto con un confine, più quella realtà e piena di sfumature originali?
Il passaggio a cavallo di una linea di confine, ci porta a contaminarci da elementi delle culture che sono divise dalla suddetta linea. Allora, la vita di confine è una vita ricca, e più piena di confornti. Oppure è il confine stesso, a portare chi lo varca a confrontarsi con un'altra realtà?
E' possibile che il confine sia un vincolo precostituito dal quale prescindono tutte le logiche di appartenenza?
A voi l'ardua risposta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il confine è la fine di qualcosa ma non dimentichiamoci che è anche l'inizio di un’altra; questo vuol dire che inevitabilmente si trova tra due realtà. Non è proprio così semplice però perchè
quanto netto può essere un confine?
quanto evidente?
lo possiamo toccare?
Queste ed altre mille domande mi vengono in mente; pensiamo ad esempio al confine tra il mare e la terra: dove finisce il mare e dove inizia la terra? Il confine in questo caso è mutevole. Certo tutto dipende da come lo si guarda: è vero che se cerco una linea non la troverò mai ma chi ci dice che il confine non possa essere un’area? in tal caso il bagnasciuga potrebbe fare al caso nostro.
Credo che non sia il confine stesso a rendere le cose più originali o più ricche bensì il fatto di attraversare quel confine. Se vivo la mia vita sul bordo, in maniera marginale, e non ho mai il coraggio di lanciarmi dall’altra parte non lo so mica se mi posso sentire privilegiato…
Sono dell’idea che l’elemento fondamentale sia il confronto: con altre persone, culture, idee. Se tu vivi al confine ma poi non ti confronti con quello che c’è al di là, tanto vale rimanere dove stiamo!!

mary