venerdì 7 settembre 2007

Notturno stradale

Dopo un giro infinito per le vie del mio quartiere, a cercare un maledettissimo buco dove parcheggiare la macchina, lo trovai. Non scesi subito dall’auto, aspettai che la canzone che stavano passando alla radio finisse, così riposi tutto nello zaino, e scesi, constatando che l’estate ci aveva lasciato, non era più tempo di stare con la maglietta, bisognava cominciare ad indossare qualcosa di più pesante. Avevo una felpa nello zaino, ma non la presi, preferii subire il gelo di quella notte sulla pelle. Appena chiusa la macchina feci pochi passi, del piccolo tragitto che mi avrebbe portato a casa, e pensai che in quella notte limpida, rischiarata da tre quarti di luna ci sarebbe stata bene la compagnia di una sigaretta, così presi il tabacco e le cartine che avevo in tasca e in dieci passi la girai, la leccai per bene, e l’accesi. Decisi di camminare con passi lenti, ed assaporarmi in fondo il freddo di quella notte così gradevole. Le strade erano deserte – d’altronde erano le quattro di notte, o di mattina? – senza fretta mi guardavo intorno. Le vie della mia zona; uno ci cresce per anni, ma ciò che ci circonda non lo osserviamo, è solo la scena montata alle spalle della nostra vita. Un muro, pieno di crepe e di manifesti sovrapposti, oltre alla fugace occhiata che merita quando gli si passa di fronte, non potrà pretendere di più. Eppure, sopra una spessa coltre di vecchie affissioni, vidi un necrologio: moriva nel lontano luglio, un uomo di cinquantaquattro anni – troppo presto per morire pensai – e tra il cordoglio dei parenti e degli amici, in fondo a destra, come i cessi nei locali pubblici, c’erano l’indirizzo e il numero di telefono delle pompe funebri che l’aveva stampato. Non so perché, ma l’età del defunto, e la tristezza che quel pezzo di carta mi avrebbe dovuto trasmettere svanirono, per far posto ad uno sconcerto ed una rabbia sottili, quasi inevitabili e invincibili. Camminai ancora un po’, la sigaretta era quasi agli sgoccioli, ed ad una fontana mi fermai per bere dell’acqua freschissima. La sigaretta divenne mozzicone, l'aria fresca mi destava ad ogni passo. Ancora dieci passi, pensai, e poi sarò un po' più vicino alla meta. Ancora dieci passi.

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