martedì 21 giugno 2011

Oh Jesus, why are you always in the arms of somebody else?

- la pagina cambia, si sfoglia, diventa grigia, si brucia, ai lati imbrunisce poi la vampa -

dissenteria!
piove l'anima mia.
piove dal culo!
hai idea? cagare liquido!
pisciare dall'ano!
e quel povero sfintere brucia perché è una vera e propria erogazione di succhi gastrici e residui maldigeriti. fossi un masochista avrei il culo in festa.
ho disegnato una svastica ieri.
sul taccuino, niente di pubblico. le mie defezioni non le semino in giro.
ma le racconto!
poi non è quello che sembra, le manca un braccio. ma il simbolo mi piace.
e comunque io odio i nazisti.
ho cagato una svastica spigolosa che mi ha riaperto le emorroidi.
ho visto un nano deforme. ho riso, senza compassione.
avevo paura a scrivere così,
perché io sono così.
e non rivelarmi mi fa vomitare.
parole violente per pensieri violenti.
io che non sono violento.
non rabbio depresso. e "rabbiare" è un verbo dementi! inventate parole!
non più rabbiarsi depressi.
la sofferenza che scorre è per l'esistenza senza uno scopo.
quello che soffre sto corpo è il male di tutti voi.
ma su un altro livello.
non si torna alla rabbia dopo l'illuminazione.
non si torna alla rabbia dopo avere capito come è.
e questo perché io non sono banale.
nella testa non sono banale.
nei simboli amplifico luoghicomuni, io li utilizzo per voi comuniluoghimortali.
che dirvi che le mie mani, le vedo e mi sembrano pezzi di rami?
e dirvi che vorrei stare coperto d'insetti per stare nascosto,
e m'immagino torture per gente malsana.
immagino di farci male, ognuno ha da soffrire, patire, angosciarsi, gridare, urlare, sentire trafiggere da corpi estranei. e odiare il proprio corpo e volerlo amputare. il corpo del tutto deve cadere come carne morta si strappa dal dito di un piede!
trovarsi maledetto. scovarsi nel petto: c'è un demone.
lo stato costante di sazietà è un errore.
il corpo deve aver fame!
mettersi a tavola senza appetito è cosa da pazzi.
il grasso che porto vorrei affettarlo e giacere sul pavimento morente.
giusto quello che basta per fare ritorno cambiato,
e dire ho visto la luce,
ma vammorìammazzato!
mollette a reggere i panni
su davanzali di legno e metallo,
questi pensieri di legno e metallo,
lasciano schegge, stridono e fanno scintille.
di seta e acqua devon diventare.
non posso scambiare la mia armonia con dannazione!
deve finire sto gioco!
il demone stava per vincere! aveva infilato le mani nel corpo.
puzzava di merda e pelle trascurata.
i miei vestiti come laceri panni di strada.
che bello... abbandonare il corpo e le carni al loro purulento destino,
con piaghe ed escoriazione. e morire di stenti su un marciapiede.
lo voglio, sì, lo voglio!
non è religione, è fare le cose con scopo!
è credere! votare la vita. io sono maestro già di quest'arte. io so cosa voglio!
siete voi che mi fate pena.
mi sono purificato, solo dopo averti rinunciato. la tua dannazione m'affascina,
mi rende affascinato, questo gioco lurido di lenzuola sporche di sperma,
di occhi ammalianti usati consapevolmente, per poi ridurli a guardare se stessi
ed un mare di niente.
dell'illuminazione che splende in questo mio corpo io ne farò dono.
e t'amo! come amo la terra.
t'amo come la manifestazione potente di un demone che non può essere imbrigliato,
t'amo come amo me, e come amo il ragno, e la zanzara.
t'amo come il sasso.
ma di luce son fatto.
piango di fronte all'angoscia e rido come un pazzo di fronte al surreale.
la dissenteria ha avuto luogo e m'ha costretto a sbrigliare sto sfogo b-anale.

2 commenti:

Rea M. ha detto...

col Marocco non si scherza, eh?

Rk ha detto...

no. il marocco resta dentro, nel bene e nel male