domenica 8 giugno 2008

il negozio di giocattoli

Nel negozio di giocattoli c'era di tutto: stelle filanti, coriandoli, pupazzi di pezza, marionette di cartapesta, soldatini, plaistescions, icsbocs, scarpe con le molle, diari segreti, puzzles, fluttles, grubbles, bubbles, glasgow e marbles. C'erano personaggi dei fumetti, peluches, portacellulari, ogni tipo di peluches, giraffe meccaniche, montagne di peluches, una quantità impossibile da calcolare di pezzi lego, acari e acari di peluches, il meccano! Il playmobil, e la pupazza americana tutte curve. C'erano chitarre finte, giochi di società: "risiko", "rosiko", "te squarto", "monopoli", "hotel", "sei amico mio ma te odio se c'hai Parco della Vittoria", "te vojo bene ma se m'entrano sti tre sei te levo er Brasile", "tabù", "cucù", "mazzabubbù quantecorna ce stanno qui sù?".
Nel negozio di giocattoli c'era un simpatico giocattolaio. Un uomo tanto dolce ma con un problema solo: l'unto riporto mocio vileda style. Per il giocattolaio il riporto era più importante che per un'insegnante di matematica alle elementari. Lui con quello spudoratissimo e appiccicaticcio riporto si sentiva ridicolo, ma senza, era come una donna che pur di gonfiarsi le labbra le avvicina ad assomigliare a due tumori della faccia
Era un negozio molto fornito, e i bambini ci venivano a giocare. E il negoziante, così cordiale e così generoso, faceva pure in modo che i bambini giocassero liberi e incontrastati, con tutta la loro veemenza puerile e la loro spavalderia tipica del bambino nato a cavallo degli anni novanta che somiglia sempre di più al prototipo di Orwell descritto in "1984"...

e io non la prenderei troppo sottogamba sta cosa!
e io non la prenderei troppo sottogamba sta cosa!
e io non la prenderei troppo sottogamba sta cosa!

Il giocattolaio faceva in modo che tutti i bambini strappassero le mani alle marionette, spargessero i lego in ogni anfratto e direzione, e mamma lo sa che vuol dire trovare pezzi di plastica per tutta casa! Faceva sì che delle belle pupazze americane rimanesse solo un manichino nudo con i capelli aggrovigliati, perchè la barbie fa così... si fa comprare, si fa spogliare, e poi ci manca solo che dopo ti chiede: "Sigaretta?".
Fu così che il giocattolaio ogni giorno doveva ri-sistemare tutto per il giorno successivo, un casino che voi non vi immaginate ogni santissima notte, consapevole che il giorno dopo avrebbe fatto la stessa cosa, e il giorno dopo pure, e quello dopo pure, alimentando una spirale di disperazione che poteva portare solamente ad un punto invisibile al centro di essa, che però vorticoso ed incessante andava proprio a finire lì dove l'ignoto si tuffa nel nero, e dove il dubbio e l'incertezza spadroneggiano incontrastati.

Dopo sei settimane chiuse i battenti e si sparò.
Dopo sei settimane chiuse i battenti e si sparò.
Dopo sei settimane chiuse i battenti e si sparò.

Morale: non importa che tu parta con tutte le buone intenzioni, e con tutte le risorse possibili, e con tutto lo slancio a fare del bene, e con tutto il piacere di dare tutto subito: se sei un giocattolaio col riporto bisunto con tendenze un po' pedofile e fai un lavoro di merda...

alla fine morirai!
alla fine morirai!
alla fine morirai!

Natural Dementia
RK

1 commento:

Anonimo ha detto...

veri nais
ai laict it
bat
perché fai sempre morì tutti che sfiga essere un tuo personaggio!
baci collega
manu