sabato 28 maggio 2011

senza filtro

ti ho visto, aspirante alternativo, con i capelli rasati di lato che mi pari un nazista fallito, mentre mi versavi il tuo cocktail che puzza di redbull e mi chiedevi scusa con quell'aria un po' da cazzo, che mi sembra dire: "tanto che ti frega". Già, tanto che ti frega se questi pantaloni li ho appena lavati e magari domani li devo usare per andare a lavorare perché non ho l'armadio pieno di merda come il tuo, di jeans pieni di strappi che sembrano la risultante delle battaglie che te non hai mai combattuto.
ti ho visto aspirante alternativo, aspirare coca sul sedile di una decappottabile senza speranza, con gli occhi di fuori che urli cose incomprensibili mentre guardi il culo a quell'idiota della tua donna che già puzza di gin scadente comprato a dieci euro il boccione e spacciato come Gordon. me ne accorgo mentre bevo il mio negroni pagato come quel boccione, che sa di benzina e piedi scalzi.
ti ho visto aggirarti con la tua notorietà, a darti arie perché hai girato una pubblicità per qualche yogurt lassativo del cazzo, mentre guardi certe ragazzine che con le cosce trepidanti e le tette di fuori ti fanno rimpiangere i vent'anni che non hai più, buttati a rincorrere quel fottuto quarto d'ora di notorietà, per farti ricordare per la cremosità di un prodotto buono come il velluto, caro e inutile come i vestiti che porti.
ti ho visto alternativo del cazzo, essere alternativo solo al genere umano, non sei l'alternativa a questa folla di invasati ciucciacocktail che si sbronzano dalle 19:00 e arrivano a fine serata a rilassare i loro genitali con uno sbaglio e uno sbadiglio sul sedile della loro costosissima auto pagata da papà. auto che starebbero benissimo in frantumi col tuo corpo incastrato dentro.
ti ho visto alternativo, e non ho più voglia di perdonarti, non ho più voglia di dire che sei giovane e scapestrato, non ho più voglia di dire che posso tollerarti, quando dell'intolleranza fai vessillo e mi sputi addosso per gioco le tue svastiche glitterate di strass su magliette di paillettes, comprate a via sannio a cinque euro, con il tuo rossetto alla fragola che puzza di chimico, che all'idea di baciarti mi viene il vomito, coi tuoi profumi pungenti che mi si ficcano nel naso manco fossero dannate zollette di zucchero.
ti ho visto, anche troppo, e stanotte mi giro a guardare altro, forse il cielo, che mi nasconde d'immenso sto cesso in cui mi sono trovato, tra persone che si conoscono, e che conoscono, e che amano buttarsi nella mondanità di un tempo, per ricreare salottini bene, per fare discorsi alternativi, alternativi solo alla loro morte celebrale.