venerdì 30 dicembre 2011

cambio

tutto mi sfugge. percosso. da un fiume rosso di speranza,
prendo buche, scalo un dosso, dietro l'argine c'è un fosso,
faccio un salto, sento caldo, mi rigiro e un capogiro
mi sferza festante la testa ruspante, e m'incazzo.

alto! volare, tendere, credere, volere, pretendere,
niente ti sorprende più, quaggiù nella valle del tabù,
ascolto mesto e stanco st'altra finta sinfonia d'amore,
e schiavo conto le ore, che mi separano dal sapore,

di quei baci mai più dati, mai più tolti, mai rubati,
adornati di fiocchetti e stracci bagnati, e poi promessi,
e poi sperati, e poi salvati al limite, una burrasca simile
a una tempesta, che la mia collera t'investa,

così per protesta il mio silenzio v'appesta, e poi volete
delle scuse, v'accaparrate diritti di pretese, di spiegazioni
mai concesse, di giustificare il mio essere. non può essere!
così rotolo stanco e candido, di manie e persecuzioni

languido, sperduto, convinto, di nuovo stanco, si stanco!
mai contento, cruento, di viscere e di carne mi tormento
mi chiedo della pelle poi mi chiudo a più non posso
faccio il riccio dentro al guscio col mio cruccio sempre

spinto sotto il ciuffo, voglio fare mille bolle dalla bocca
e naufragare, poi spaziare disintegrarvi e farvi ritornare,
ritornate tutti sani, santi e saturi di senno,

altrimenti vado io e mi porto il cane che non ho,
saltimbanco, mica no! porta a porta venderò sorrisi
e coccole d'autore, sparerò delle parole così acute che i piccioni
salteranno dai balconi a far mille cuccurù!

e il mio cuore appeso a un filo, s'assopisce in un respiro,
s'addormenta, se ne và... e voi tutti quanti storti,
mezzi vivi e mezzi morti, cambierete sul comando
quando arriva il tempo blando della pubblibblicità.

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