martedì 5 giugno 2007

Cosa succede?

Come nella canzone di Vasco: "Cosa sucede in città?"
Forse è vero che qualcosa qui non va...
E' anche vero che se qualcosa non va dipende da noi. Il mondo è pieno di possibilità.
Non è vero che sta andando tutto a rotoli.
Tutto andrà sempre per il peggio fino a quando ci saranno persone che staranno ferme a guardare. Io non dico: "Rivoluzione armata"... ma usare la testa...
Fino a poco fa credevo che "curarsi del proprio piccolo, del proprio orticello" non fose abbastanza, che si debba comunque fare grandi cose per dare una scossa alla società. Mi rendo conto invece del fatto che la società non ammette delle scosse troppo violente.
Non per demerito ma per una questione fisiologica.
Come ogni cosa buona ci vuole un impegno duraturo e costante fatto di piccoli impulsi giornalieri. Certo che quando mi faccio la domanda: "Cosa succede?" non riesco però a non fare una critica anche su me stesso.
Se succede qualcosa di sbagliato è perchè: NON SUCCEDE NULLA DI CONTRARIO!
Potrei anche dilungarmi sul fatto che le informazioni indotte che arrivano dai Media non sono mai di natura evolutiva, ma piuttosto di natura implosiva.
Ciò che ci viene detto, riferito, a livello base è un costante necrologio sociale.
E' pure vero che si deve fare i conti con il passato dell'uomo... La televisione, se vogliamo inserirla (a forza) in un contesto evolutivo della società, è ancora un mezzo in via di definizione.
Non ho mai gradito i piccoli lassi di tempo, e l'importanza che si da ad essi.
Non fanno bene ad un'analisi storica. La storia vuole un ampio respiro per trarre delle conclusioni. Diamo troppa importanza a cose che via via nel tempo ne perderanno. La piccola notizia non fa la storia dunque. Anche se vengono abusati i filoni dell'informazione: pedofilia, scandali sanitari, delitti familiari... e potrei fare un lungo elenco.
Questo è ciò che io definisco: "terrorismo informativo".
C'è come una sottile e sotterranea imposizione al terrore. Quest'ansia tipicamente italiana di preoccupazione verso il modno esterno, così provinciale e "paesanotta".
La paura è il mezzo preferito dai giornalisti (scadenti). Come se ogni servizio, o addirittura ogni TG, fosse costruito genialmente come un thriller ricco di emotività. Con vittima, carneficie condannato a priori e giudizi sociali ben impacchettati.

E' un po' la deriva del libero pensiero.

E' il mondo del "plot-pettegolezzo" all'italiana.

Vi chiedo: "Cosa succede in città?"...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

rik scusa, ma perchè pensare a cosa succede in città - ieri mattina dalla finestra dell'ufficio dove faccio tirocinio, a vle trastevere, ho contato 6 sirene di ambulanze cazzo!! - quando si può migrare a capocotta????...non so, pecco di superficialità???? ma non si può cercare di risolvere qualcosa che non si sa neanche dove comincia, da quali elementi è composta, e come combatterla, se non partendo dal proprio letto, come dice Liam...Callagher ovviamente!!oppure tocca sterminare mezza umanità...i potenti..bua ha ha..un bacio, white lady

Anonimo ha detto...

c'è qualche cosa...
Qualcosa che non va!!!
Guarda Lì, guarda Là
che CONFUSIONE...
Guarda lì, guarda là
...che MALEDUCAZIONE!!

in fin dei conti perche non ascoltare la risposta di Vasaco...

splodzina

Anonimo ha detto...

Che succede? Le solite cose: auto blu, sgommate in macchina, caschi slacciati, sbadigli e poca convinzione.
Io non curo quasi più il mio orticello: al supermercato l'insalata è lavata e imbustata!

CHE SCHIFO!