martedì 22 febbraio 2011

la fine del nostro mondo

‎...oggi, alle 12:35 in completo stato di stasi, senza sollecitazione alcuna, il "LA" della mia chitarra si è spezzato. le altre corde lo ricordano con simpatia...era un sabato mattina di febbraio, l'aria era limpida, il sole, le idee, la gioia di un nuovo giorno.
dimenticate le feroci battaglie dei mesi precedenti, abbandonate, le spine dal petto e dalle mani. il ragno era lì al suo posto, nel pertugio a fianco della finestra, fuori un vento leggero, auspicava tempesta. poi le arance cadute dagli alberi ai lati del cortile, puntinavano la mia vista di un glallo languido.
alle finestre, uomini a prendere il caffè, tutti a guardare fuori. una schiera di uomini caffeinomani, a fissare un unica cosa: un cane. solitario e vagabondo come un ciclone estivo. ramingo ed errante come un viaggiatore anomalo, su territori mistici.
nel cielo, profumo di meteore,. scie rossastre di baluginanti sfere infuocate, e lampi, e luci, così fu tempesta. gli alberi iniziarono a danzare, e gli insetti usciti dalle tane accantucciate, ronzarono, zampettarono, il mio ragno mi guardò impietosito, implorandomi di aprire la finestra ed unirsi ai suoi cugini insetti. tutti gli uomini alla finestra trasecolarono e si lanciarono il caffè nero bollente sulle camice, esplodendo in un imperante grido di stupore disarmonico disperato...
la fine del nostro mondo signori, era appena cominciata!
tutti gli uomini accorsero dalle compagne amanti mogli piccole piccoli vecchi anziani mariti. gli animali in festa, danzavano allegramente. zanzare distratte ronzavano a tempo con coleotteri in panciotto, mosche sbilenche corteggiavano api, e vespe invidiose pungevano! nuvole in cielo d'insetti ed uccelli danzare, in coreografie naturali inimmaginabili. le fronde degli alberi davano il ritmo alla vita, ed il vento scorreva in pertugi di palazzi fischiando le parole degli spiriti.
refolava lo spiro sollievo. ardevano in cielo le scie dell'inevitabile. scene di panico tra gli esseri umani, chi andava di quà, chi andava di là, chi saliva le scale, chi zompettava, chi urlava, piangeva, diceva: "Che fine ingloriosa, come fare ad andar via in questa maniera?"
"Stolto!" dicean i più nichilisti. "Siam fortunati, siam gli unici uomini a poterla vedere!"
e clacson di macchine treni deragliano, aerei si schiantano, follie di massa, suicidi in diretta, la vita che impazza senza più criterio, mentre gli insetti continuano a danzare nel dolce rimedio della fatalità!
s'avvicinavano gli astri, rossastri e fumanti, di scie adornati e minacciosi. erano approssimativamente vicini, dicevano gli esperti, erano piuttosto lontani dicevano gli ottimisti, siamo fottuti, dicevano i realisti, siamo spacciati, siamo spacciati! non c'è rimedio!
ma quando la massa ormai prossima al botto, si vide nel cielo una scia multiforme, un cane, un cavallo, un uomo una donna, un vento, un monsone, un lampo, un raggio di sole, eran le sfumatore dell'eternità. impossibile dire a chi non ha visto che immenso incontenibile inesorabile tutto apparve lì in cielo, ad ammantarlo quasi per intero, a coprire gli spazi, a vastificarne l'immensità, immenso e lontano e vicino questo inimmaginabile "oltre" aveva d'ogni cosa, sembianze e forme. disse con voce sincera: "mio tutto, mio bene, fratello. mio amore, mio pianto, mia dannazione. possibile mai che mi stai a sentire sol quando minaccio di farti sparire? io parlo, in ogni mia manifestazione, son spirito, dio, reincarnazione, son vita, son tutto, son filosofia, son ragione, son domanda, io sono la via! svegliatevi o massa intatta e felice, voi siete ogni cosa e tutte son finite. ma nessuna è diversa, poichè complementare, voi siete un tutto, non dovete scordare! e allora perchè gli animali festeggiano e gli alberi cantano, e voi miserabili anomali geni, immondi impazziti miracoli, scannate ed urlate e morite di paura? io ve ne do un'altra di opportunità, perchè mi sta a cuore quest'eternità di vita e giocosa malizia, che al divertirmi così mi capite m'aggrada, ma prossima volta, sarò più funesta, alla prossima è l'ultima che incrociamo la strada!"
lanciato ultimatum la terra sorrise, ci fu un gran delirio, ma di gioie condivise. gettaron le armi tutti i paesi, con gensti di pace s'accolse il diverso, e l'api e le foglie, e il sole ed il vento, furono l'unico nostro universo.

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