domenica 27 febbraio 2011

tempeste fulmini lampi grandine e tramontana

stanotte sei morto.
ed io aspettavo questo lutto da tempo.
è curioso come io sapessi della tua dipartita.
ero convinto, che saresti morto anche stavolta.
ed ogni volta che muori porti via un pezzetto.
il tuo uncino acuminato s'aggrappa alla mia carne.
laceri un frammento di pelle finché non cede.
la carne in un primo momento si strappa,
poi si inonda di sangue violaceo.
un sangue dolcissimo, nettare per la lingua.
stanotte sei morto e hai lasciato un brandello
di pelle inutile. un brandello di inutile carne,
da cui gocciola inutile sangue.

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