sabato 26 febbraio 2011

mani grandi - dicotomie

sono io, la sinapsi. io la molecola, io il neurone. io sono un corpo libero! io sono vibrazione.
con queste mani tremule, carezzo lieve il mondo, con unghie assai affilate, arrivo nel profondo.
strappare via la carne a questa misera esistenza, manipolare menti per distrarne la coscienza.
scrivere mille parole distanti un miliardo di anni e poi... niente!
sentirmi possente ed inconcludente!

cercare di dire soltanto parole distanti. lontane, le mani, mi mancan le mani. e poi disilludermi in questi deliri che sanno di fretta. di atroci martìri, che niente m'è lieve in codesta parata animata da carri affollati di strane figure danzanti. la notte in cui dormo felice è lontana. realtà, io t'amo! tu regni sovrana e verità tua figlioccia, si sta camuffando in mille vestiti alla moda. porta corsetti succinti e capelli le odoran di pesca, ha mani graziose e tenaci che afferrano l'anima desta.
le mani, mi mancan le mani. le mani allungate su morbide istanze di piaceri scordati.

insoluta la mia curiosità.
insoluta la brama,
incompiuta la trama,
sconosciuto l'esito di questa frana che a valle ha portato ragione e disegni, e quadri dipinti di notte, e filastrocche, e tappeti di note, pensieri nati già vuoti. ha trasportato emozioni ed intenti, mentre ero libero nei miei miseri, incessanti, divertimenti. mentre il corpo reclamava più rispetto, mentre credevo di avere un deserto dentro il petto. mentre col piacere delle mie donne giocavo, mentre le frustate dello stato precario schivavo, mentre blasfemo la mano in questo sudario celavo. tra foto stampate nel buio, scattate in altri contesti. mentre il sole mi scalda di giorno, sgombro quel cielo da nuvole stanche, che bianche sono sparite col vento del nord. limpido il cielo mi dona calore, e con il vivente spartisco il mio dolce, singolare, languore. allargo i palmi di tutto vigore, li porgo alla luce, lascio filtrare energia nei canali del corpo e sento che brucia! nelle braccia, poi il resto.. nel cuore ed in mente, si diffonde l'immensa, caotica, armonia del presente.

stupido di un poeta...
sei un martire dell'amore.
concedi, concedi, concedi!
poi resti da solo col tuo folle fervore!
fai notte, la spendi completa per un'emozione...
ebbro e perduto...
poeta, idiota! la fretta sarà la tua tomba!
romantico essere incompiuto, rimasto fanciullo con virtù da canuto.
poeta, io dico, poeta, sei pazzo! saggio lo sei ma sei pazzo!
confuso hai l'emozione con l'imbarazzo: sei pazzo!
lo dico da anni! sei pazzo, pazzo. completamente pazzo!

voce dell'anima guidami!
perché te ne stai lì in disparte quando perdo la mente e le gesta si fanno funeste?
mi dici sei pazzo ma io ben lo so!
che pazzo io vivo e così morirò!
io voglio morire a rincorrere stelle,
io voglio restare su questa pelle uno squarcio,
non una carezza che perde di senso,
non bramo sfiorarti, ma lasciare il mio segno!
un marchio indelebile e puro.
un segno nascosto e duraturo.
cicatrice nel fegato!
lama nel ventre.
mi hai scoperchiato e son deflagrato,
dentro il cervello una scheggia ho ficcato,
un corpo estraneo che non se n'è più andato!

altro che brezza... tempesta!
con l'ira funesta e passione!
ho detto tempesta!
e che questa parola riecheggi di tuono!
tempesta!
ogni molecola! ogni neurone!
spoglio di volontà io massacro con queste mi gesta impazzite,
dissacro la ragione, me ne fotto della ragione!
che serve ai malati di logica!
l'irrazionale: il mio unico involucro!
il mio ludo, il mio scherzo, il mio motivetto,
suonato al violino con trillo perfetto.
e tu che mi dici: "poeta sei pazzo?" non voglio più credere al tuo indegno sberleffo!
poeta, io folle, sì, folle e ribelle!
in assenza di squarci sopra la pelle,
mi diletto a lasciare dei solchi nel vento...

le mani... mi mancan le mani, per scriver di notte tormenti inumani...
mi mancan le mani da stringere forte, su manto bluastro disegno...
le mani... mi mancan le mani, per ridere forte...
mi manca domani, mi manca il piacere di membra contorte...

lo sento dolere...
piano... piano...
lo sento scavare...
gli arti miei tremano.
non tradisco lo sguardo.
aspettami ancora poeta.
mi chiamo riccardo.

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