martedì 16 agosto 2011

è tornata

è tornata
dannazione...
la dannazione è tornata!
l'avevo messa lì. ed è tornata!
ma forse tanto mejo, che me danno e so creativo...
a noi artisti nun c'è dato de sta bene, se volemo fare bene.

allora mo ve racconto de quando so stato scrittore, musico, poeta, e cantante, e pittore, e scultore, e artista tutto tondo in generale, non attore, ma sparlante, de loquaci verbi assurdi. ve lo racconto che quando nacque sto spirito poeta, sta rivoluzione d'avanguardia era la notte de babbonatale. tutti avevano concluso i loro rituali pagani de cibo ed oggetti, come si confà alla tradizione, e io me misi a scrivere. come facevo per quelle finte amanti trovate in mezzo alla vita mia. je scrivevo lettere struggenti, de n'amore folle e mai contraccambiato, e con gesto sconsiderato le ficcavo in dei cassetti, protetti dall'altrui occhiacci.
e le donne mie non l'hanno mai avuti quei sonetti, quei versi aperti, quelle parole in libertà! haimè me svejai in tarda età a scrive l'emozione e a divulgalla. come se ad aprì er petto ce fose na colpa, e l'anima, a denuncialla, fosse fatto scabroso come la nudità.
e invece dopo quer santo san babbonatale der cazzo, io presi a scrive, de ipocrite parole de disprezzo, verso il mondo e l'essere umano tutto. me misi a scrivere un romanzo breve, che a rileggelo adesso la pelle s'empapera tutta, ma che all'epoca per questa giovane penna era soddisfazione ricca.
mo che me sò imparato a mette ste parole in fila, che obbediscono con disciplina alla mia moina di volerle esteticamente aggraziate, incazzate, imbambolate, le regalo alle persone che mi dicono: "Oh che dono, che fervida immaginazione."
si che io ce metto tutto dentro sto guazzabuglio de fervore. innanzitutto amore! innanzitutto! che poi è quello er motore de tutto sto casino!
l'amore per il mondo e tacci sua pure per l'uomo, che denigro tanto e poi, me meraviglia sempre tanto!
ma qua sto già a divagà...

me misi a regalà poesie, sonetti e parole in libertà, stavorta senza nasconneme, le regalavo con leggerezza, come si regala l'arte in stato d'ebbrezza, li regalavo ed ero felice della faccia della gente, pure se poi alla fine de sordi niente e invece na cariola d'emozioni...
e tutte le ragazza che leggevano sto poeta, s'ammaliavano dello stile e della poetica, s'ammaliavano tanto che ad amarlo il passo è breve, se ammaliavano, ma poi, come le poesie che egli scrive, je concedevano amori veloci come un sonetto. amori corti come carezze, amori sporchi come scopate dissolte nella nebbia de un giorno senza data.
è tornata, è tornata, è tornata dannazione, facciamo processione e portiamo i bimbi in festa.
è tornata, è tornata, proprio quanto se n'è andata, n'antra vorta.
e ha lasciato sto poeta col ricordo della coda de cavallo che sparisce dietro all'urtimo rumore, che è na porta.

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