martedì 15 maggio 2012

litania di maggio

c'è luce e gente che corre.
nessuno felice in particolare.
tutine da jogging e occhiali da sole.
un bambino straniero.
si avvicina ad un buco e gli dico
"be carefull"!
mi guarda. poi corre da mamma.
nel cielo gli aerei del vicino aeroporto,
lo stagno con l'acqua verdastra,
ci giocano i cani, e vorrei essere uno di loro.
gli uccelli, le bici, i passi di corsa,
chiudo gli occhi per bermi sti raggi,
e sento un tutt'uno colorato ed armonico.
passa il treno, e rumori di traffico lontani.
una macchia verde in una città frenetica.
seduto, sulle rovinde dell'acquedotto,
medito, cerco di allontanare pensieri,
provo a distender la schiena,
la tengo dritta, la sento storta.
il corpo non è più capace di stare all'aperto.
c'è luce e gente che corre,
nessuno felice in particolare,
il laghetto coi cani, e io ci vorrei saltare,
nuotare, rinfrescarmi e tutti schizzare.
mentre seduto sulle rovine dell'acquedotto,
racimolo orde di pensieri malati.
cerco di stiparli in una tana di formiche,
la guardo, brulica un nero zampettare industrioso,
le guardo dall'alto e mi sento un dio.
ritorno per il viale, sotto pini antichi.
tira un vento freddo, che col sole caldo,
non fanno capire bene cosa succede.
c'è luce e gente che corre,
nessuno felice in particolare.
mi copro il collo dal freddo, ritorno a camminare.
il prato rigoglioso e verde, ospita mille insetti,
vorrei stendermi al sole tra gli sterpi,
sentire la fredda e umida carezza del mondo,
sentire quel letto di erbacce verdastre.
un cardo, violaceo, brillante come un astro,
controluce mi saluta il suo colore magnifico.
c'è luce e gente che corre,
nessuno felice in particolare.
mi strappo la pelle e sotto c'è il pelo.
il lupo è tornato a ululare.

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