sabato 11 agosto 2012

letti, dialetti e galletti

questa é storia di letti, paesi e dialetti.
stamani a svegliarmi, quattro galletti.
l'altro giorno campane, altre volte muezzin,
cambio letto, cambio posto e mi risveglio
di sussulto. "dove sono?" mi domando.
sono a casablanca, come marlon brando,
poi divento pescatore in un riscoperto sud,
e rimango cantastorie a cantare supergiù,
di granchi ballerini riscoperti tra le onde,
fare foto, ruzzolare per le strade di un paesino
di montagna, declamare le mie storie tra gli artisti,
ansare in salite scoscese con cosce assai tese,
poi più libero di un animale, spogliarsi le vesti
e nuotare, nuotare, nuotare. ho memorie di fiumi...

cantano, i galli cantano, e l'alba lesta mi desta,
porta una luce modesta e sparisce l'idea funesta
che mi bacava la povera testa. é molesta la paura
mesta, di una strada maldestra, una cattiva maestra.

cambiare lingua, cambiare paesi,
rispondere in arabo ai calabresi,
sentirli discutere animatamente,
nel mediterrano ogni lingua é parente.
i lineamenti sono parenti, le modalitá.

ricordo dell'alba, i tuoi capelli che sanno di buono,
luce dal buio di nuovo, un nuovo sole, mi manca
l'abbraccio che venne onesto, voglio sentire
di nuovo l'impeto che aprì le braccia verso quel gesto.
sfiorare morbide mani e il profumo lieve di capelli castani.
restare così, senza parlare, guardare quei raggi,
volerlo gridare...

poi tornare...
cercar di spiegare...
volerci tornare ed il mare,
col suo dondolare,
ti da l'illusione di starti a cullare...
prima di inghiottirti per farti annegare.

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