lunedì 4 luglio 2011

shakespeare

catastroficamente. CATASTROFICAMENTE!
accatasto, costantemente, e stanco ste cento conte
incastonate. ceste d'isteriche idee scompligliano
gli scopi, scapigliando scampoli di escamotages.

scompaiono piano esasperate poste, sottoposte
all'attenzione dello zio in azione che zelante
tormentava le persone sperse e banali, spersonali,
supersonali, sui personali... speculum anali.

spaziano speciali spezie astrali, di spiagge materiali
e incostanti cantieri alati con operosi operai a far
piroette dai balconi senza ringhiere. scatole nere,
piene di grida di mere bandiere, nere chimere.

platee di piatti fumanti ignoranti come i cantanti
banchetti pulsanti di ostriche e ortiche, mille
bicchieri di bile, di succo di uve passite, di giri
di viti e di vite, di giradito, di waltzer e rondò,

dei balli rococò, della vague un po' melò, o dei vezi
così avvezzi ad azzannarsi e a sbachiucchiarsi senza sosta.
che batosta, la piazza in festa che stavolta non s'appresta
a fa la fine de quer popolo somijante a quello de trilussa.

scusate se insinuo e sibilo troppo di stupide sillabe fatte di
inconsuete sequenze di consonanti, far salti cromatici fra le
parole, che proletarie si mesclano sino a sfatarlo del tutto
il mito della regola, che fregola avete a dar nomi ad ogni cosa!

se la rosa non si chiamasse rosa...

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