martedì 6 marzo 2012

brig la lumaca e l'albero del futuro

cadono, scaglie di un verde quadrangolare, dalla corteccia di quest'albero antico. è un albero del futuro, montato su un carretto che portava gli stracci. gli posarono sopra una piantina e ora un albero del futuro al posto degli stracci, e il carretto, veniva portato da brig la lumaca, che per ere e eternità lentamente fa girare le terre, e fa evaporare i mari. e al suo passaggio ogni villaggio saluta con gioia, e porta un dono a brig e il suo albero del futuro. così brig passa in ogni piazza per farsi ammirare, e poi passa lento e leggiadro sulle terre dei contadini, e lascia sulle loro coltivazioni una bava benefica e rigogliosa che renderà sani e forti gli arbusti, e il raccolto, rigoglioso. quando brig passa il fiume il fiume lo saluta, e abbevera il suo albero del futuro, che si squama, e lentamente scaglie di futuro cadono sulla via di brig, la lumaca incantata, il dio delle bavette. quando brig passa nelle foreste, gli alberi sorridono e si chinano con deferenza, senza servitù, solo rispetto, e poi riparano il cammino con le fronde, senza nascondere il sole, creando un cielo di sottili fasci di luce, puntinato di bagliori dorati. quando brig passa nella foresta, se la prende comoda, e va più lento del solito, gli piace il solletico del sottobosco sotto la pancia. e il suo carretto viene accompagnato dalle felci ubbidienti, e sorretto per tratti impervi da scimmie giocose che spostano con le liane il suo carico prezioso di sapienza e futuro, rubandone un poco. quando brig passa per le montagne e per le nevi, s'appresta il passo perché il gelo, è il gelo. poi quando s'affaccia sul dirupo più alto, e vede il suo mondo così distante, riprende fiato e ricomincia il rondò, intorno al mondo. c'è la leggenda che dice che brig in verità sia immobile, e che il suo lento andare faccia girare la terra sotto di lui, e come gira a birg gira la terra, si dice in certe canzoni antiche, anche gli scienziati si sono arresi, "la terra gira se birg gira", altrimenti, saremmo immobili. ci sono le carte, le equazioni, gli inni dei bardi e i disegni dei bambini a provarlo. quando brig fa capolino al mare, saluta suo fratello che nuota da millenni come lui, si spruzzano un po' d'acqua si raccontano il più e il meno, che cosa avrai visto lì in fondo? che cosa avrai visto lassù? i due dei si confrontano sui rispettivi mondi con curiosità. e poi brig torna dal punto in cui era partito, e ripassa in valli, dove crescono alberi e arbusti, con la loro fauna deliziosa che al passaggio di brig emette tutti i versi di saluto e danza in coreografie deliziose. e brig lascia che l'albero del futuro faccia cadere le sue foglie e le sue squame sul terreno, così che gli insetti e gli animali se ne possano cibare, uno ogni cento anni, assaggia un pezzetto di futuro e fa un'invenzione, mangia un frutto prelibato, trasmette un gene modificato, scopre l'amore della sua vita, impara a parlare, cambia lavoro, diventa re, conquista lo spazio. ogni tanto brig guarda al cielo e saluta le stelle. quelle gli rispondono, solo dopo centinaia di migliaia di anni, ma brig lo sa e manda i suoi saluti, ad ognuna di loro, anche a quelle che non si vedono. anche se brig è un dio, ogni mattino saluta il sole, lo ringrazia e gli sorride, perché al sole si sorride, come riflesso istintivo, per non parlare di quando l'amata luna adorna i cieli notturni. brig si mette a guardarla. e cammina imperterrito perché lui non si ferma, però quanti alberi ha preso in piena fornte, per guardare tutta la notte, il candore splendente dell'amata luna. brig ama il vento, e le passeggiate per le ventose vallate piene di uccelli veloci che sfrecciano in cielo a disegnare traiettorie mai uguali. brig non si accampa mai, no si ferma un secondo, tanto che il suo andare così lento gli permette di godersi ogni centimetro del suo mondo perfetto. brig passa ogni tanto. lo si sente sbavicchiare lentamente, e il rumore del suo albero del futuro che scricchiola e che è sempre verdissimo e un po' penzolante a sinistra. ad ogni tiro del carretto uno scricchiolio, uno "sglusciante sblub" della sua vescicosa umidiccia bavosità, ma voi non siete abituati alla terminologia degli dei. ce ne sono libri interi nelle biblioteche dell'immaginario. le scrivono solo i neonati dai quattro ai sei mesi, poi si è già completamente fuori età per poter scrivere il dizionario degli dei. e questa era la storia di brig la lumaca, primo dio della fertilità, entità benevola e deliziosa di un mondo che non c'è quasi più. amante dei boschi e delle vallate incontaminate. non vi aspettate azioni eclatanti, storie, grandi epopee, intrighi. niente di niente. brig è la calma, la serenità e la neutralità. egli cammina, anzi striscia, imperterrito, sorride al mondo, lo rende fecondo.

3 commenti:

manu ha detto...

oggi è passato brig. ecco chi era. c'era un bulbo sotto terra in un vaso quasi dimenticato. e oggi ci sono 4 fiori brig viola e gialli. e hanno un pallino arancio al centro. e siccome non so che fiori siano, li chiamerò fiori brig. fiori bavosi divini brig.

RK ha detto...

vedi, quando brig passa, lascia il segno. de bava ovviamente

Anonimo ha detto...

E' semplicemente incantevole
c'e' un'armonia e una musicalita'
che arrivano dentro l'anima
adoro brig

ma'