domenica 11 marzo 2012

critico

perché è facile scrivere parole senza senso.
forse sono meglio quelle, che le cose con un senso tocca farle.
pensare scemo ed agire corretto.
pensare astratto e fare concreto.
ma la paura di tutto incombe, e una mediocrità latente,
vige sulle nostre teste, tanto a fare del migliore uno schifo,
e del peggiore un eroe.
depressione. ammorbante costrizione di un corpo in decomposizione.
il mattino non è più fresco e pungente,
e la sera, è una folla di pensieri negativi.
il giorno si fa di minuti perduti,
e tutta la vita pare lenta. lenta, lenta,
che arrivare ad una bara è un attimo.
che arrivare alla bara è un soffio.
come se importasse a qualcuno,
come se fosse importante per qualcosa.
come se la vita avesse un senso,
come se dovessimo lasciare qualche segno.
ridatemi il mio mondo.
ridatemi la terra, gli alberi, le foglie. ridatemi la vita.
e scrivere cose sceme è molto facile,
e inventare muovi mondi alquanto semplice,
basta guardare a tutto quello che hai intorno
e rovesciarlo come fossi un mago con un dono,
come un bimbo che gioca sempre,
come un adulto che non sa che vuol dire,
come un uomo che vive semplice,
senza doversi continuamente contraddire.
le briciole nel piatto parlano, e mi fanno sentire fortunato,
gli indumenti addosso profumano,
e sopra la mia testa c'è un riparo.
le persone non mancano, son pieno di sorrisi,
ma l'impegno a cambiar rotta, quello manca.
l'impegno a dettare una nuova direzione.
credere veramente ad un luogo con le regole rifatte su misura,
dove l'uomo è un po' più forte, e l'unica legge è quella di natura.

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