mercoledì 2 marzo 2011

all'amore dimenticato

son multiplo.
io parlo di sangue di fango e d'amore.
m'aggrappo sovente, all'inconsistente.

avanzo d'un passo, m'incazzo!
assai spesso divento depresso.
faccio due passi e non sono lo stesso,
rimando a domani poi resto perplesso,
mi muovo tre passi e sento la fretta,
non passa mai il tempo, ma che disdetta!

poi lucido torno alla carne!
passo la notte a scrivere forte,
per cercare rime intelligenti,
o dare un senso a frasi dementi,
che hanno perso ragione d'esistere.

sbilenco poi gioco coi suoni,
mi piace suonare la vita.
mi piace quel suono di tuono e di pioggia
che prima uuuurlaaaaaa e poi tin-tintinna.

il sapore di certe carezze ha il dolce
miraggio di cose non dette e mai
esplicitate, in sguardi che mi erano
amici da tempo dimenticati.

in confidenze leali ho perduto le mani
e mi sono negato alla carne sapendo
di non meritarla, di darle più tempo,
che dopodomani saprei guadagnarla.

all'amore dimenticato,
all'amore a me ritornato,
all'amore che avevo pensato,
con dolore l'ho rinnovato.

perché amare è ricordo di sangue,
la mente impegnata a rincorrersi e basta,
mi porta a pensare sempre alla stessa
inconcludente agonia di cui langue.

la soglia del definitivo mi occlude.
prendo la parte di me più rude,
e reagisco!
la rabbia non è una nemica,
è lo stato di grazia per ogni rialzata!

un poco dolente e titubante,
affondi il fendente.
un po' rinfrancato e colpevole,
ti senti rinato.

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