mercoledì 23 marzo 2011

il trucco

non è vero.
il poeta non è vero.
è finzione.
è montatura.
è l'arte camuffata da paura.
è monnezza,
carta straccia.
sta poesia è na mano n'faccia!
fa rime da bambino,
senza fede nè destino.
sta rima è na sciagura,
e il danno è che perdura.
col suo fare a filastrocca,
lascia un po' d'amaro in bocca.

d'ali magnetiche vibro,
al sole dell'estate.
come antenne fameliche capto
le follie conquistate.

sta rima sciocca è senza senso,
fa fare giri col cielo terso,
dà solo un senso a dispiaceri,
quando ti trovi bandito e perso.

tra gioia e tormento,
preferisco gioire
ed al tramonto,
quando il sole scappa,
strapparmi un sorriso e pensare
ai miei colori:
all'arancione.
al nero,
all'azzurro,

che visti da fuori,
sono anche storie,
musiche,
immagini,
odori!

parole,
parole,
quante parole...

MA SI!
diamoci ancora dell'odio...

sparpagliamo quel viscido sperma annerito.
conquistiamo le foreste,
devastiamo le radici d'altri dei.
calpestiamo il mare e l'acqua.
ignoriamone il flusso.

sbraniamo la terra con feroci zanne marce.
si sgretoleranno ad addentare pietra dura,
quando questo pianeta rivendicherà la sua natura.

a quale dio vi voterete a bestemmiare,
con l'illusione di potervi salvare?
strati di granito, su questa folle gente,
strati di granito, per concimar la terra
con la feccia che da noi si chiama merda.

ah che poeta assai scurrile.
violenta il cielo e il mare,
solo per farvi impressionare.
è questo il trucco:
il poterlo inventare!
poterlo dire,
senza nulla poi mentire,
senza poi abbagliare il sole
con inutili parole.

e il poeta è questo e basta,
un idiota nella massa
che felice e ignaro osserva.

Quando arriva il maggio,
fa lo scemo del villaggio,
e vivacchia la sua vita piena e torva.

Contemplare il cielo e il mare
l'han portato a naufragare
sopra scogli acuminati!
Mentre nelle alte scogliere,
vivono le famigliole,
le lucine di natale,
il tacchino,
il capitone,
pasqua, tombola e torrone!
vive l'alta borghesia,
che il denaro spazza via,
viva viva la borghesia,
che tutti gli uomini si porta via!
viva viva la borghesia,
ci ridà la retta via!

e il poeta invece è sfranto,
con le ossa doloranti,
a imprecare i molti santi,
delle feste dei cantanti,
suonatori, cantastorie,
venditori di fandonie,
spudorati uomini gufo,
che van matti pel tartufo,
soddisfatti in ville morte,
piene di legnami e porte,
ricche di petròli vari,
coi trofei dei bei safari.

il poeta guarda e ride.
guarda e ride allegramente,
mentre muore a quarant'anni,
MAI passati banalmente.

che dilemma che ha l'artista.
di parole ha fatto il pieno,
ora tacito e sincero,
s'appropinqua al suo silenzio.

Che poetico sproloquio
il fraseggio del poetaccio!
Il suo drastico messaggio
arriva troppo e non arriva.
destinato ad uno solo e
perso fra duecentomila.

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